TERMOLI. A Termoli c’è una signora termolese doc, una di quelle che incarnano lo spirito autentico della città. Si chiama Antonietta, ma per tutti è semplicemente “Ninetta”.
Oggi ha oltre 80 anni e, fino a qualche tempo fa, una patologia oculare le aveva ridotto sensibilmente la vista. Ogni giorno era una sfida, ma la paura di affrontare un intervento la tratteneva. Poi, spronata dall’affetto dei suoi cari, ha trovato il coraggio di superare ogni timore e si è recata presso l’ambulatorio del dottor Salvatore Padovano, professionista di spicco del reparto di Oculistica dell’ospedale San Timoteo di Termoli. Dopo un’attenta visita, il responso era chiaro: era necessario un intervento per rimuovere le cataratte che le avevano offuscato la vista.
Possiamo solo immaginare l’angoscia di Ninetta di fronte a questa notizia. Ma qui entra in gioco non solo la competenza, ma anche l’umanità del dottor Padovano e della sua formidabile équipe. Con un approccio rassicurante e familiare, l’hanno subito messa a suo agio: “Ninetta, non c’è motivo di avere paura. Qui sei tra amici, e tra poco ti restituiremo una delle cose più belle: il dono della vista perfetta.
“Quelle parole, dette con professionalità e calore, hanno sciolto ogni esitazione. L’operazione è andata perfettamente, e oggi Ninetta sembra rinata. Con il cuore colmo di gratitudine, ha voluto esprimere pubblicamente il suo ringraziamento: “Grazie, grazie, grazie! Al dottor Padovano per la sua straordinaria sensibilità, umanità e alta professionalità. E grazie alla sua meravigliosa équipe tutta al femminile, che lo supporta con efficacia in ogni intervento. Io sono una donna di oltre 80 anni, vivo da sola e riavere la vista mi ha restituito la vita! Voglio anche dire una cosa importante: tutte le critiche che si sentono sull’ospedale di Termoli sono solo fandonie! Qui ci sono fior di professionisti che ogni giorno svolgono con passione e competenza un lavoro difficile. Diamo loro il merito che si meritano!”
Un messaggio che non è solo un ringraziamento, ma una testimonianza di fiducia nei confronti della sanità locale e di chi, con dedizione, regala nuove speranze ai pazienti.
Michele Trombetta