TERMOLI. La “Piazza più fredda d’Italia”. Non ci piace scriverlo, ma non possiamo nemmeno nasconderci dietro la realtà, perché il (mancato) risultato era sotto gli occhi di tutti.
Tanto suggestivo il colpo d’occhio colorato di ieri in piazza Monumento, cromaticamente caldissimo, tanto gelida (o quasi) è stata la risposta della comunità, che sui social – tranne rare eccezioni – ha mostrato di apprezzare l’iniziativa Viva Vittoria in trasferta a Termoli, ma poi, all’atto concreto e nonostante fosse stata proposta in una data simbolo, come quella dell’otto marzo, ha registrato scarso interesse dalla popolazione.
Delle duemila coperte che erano state disposte sulla pavimentazione più centrale della città, forse non si è arrivati nemmeno a tre cifre, nell’atto di donare fondi per le donne vittime di violenza e portarsi a casa questo simbolo di dignità e di riscossa civile.
Perché?
Non che non se ne sia parlato, più lanci Termolionline ha fatto solo ieri, per promuovere questa manifestazione, le aspettative erano importanti, ma quanti di coloro che nel secondo sabato di marzo hanno attraversato il Corso Nazionale sono stati catturati dal messaggio?
La parola apatia sta caratterizzando troppo questa società termolese: lo abbiamo vissuto nell’ultima festa di Carnevale, dove anche coloro che hanno partecipato, specie gli adulti, sembravano in gran parte lì per caso, con poco spirito e va beh, il Carnevale lo si deve sentire, percepire, bisogna esserne coinvolti e un progetto diverso forse riuscirebbe a rivitalizzarlo.
La parola apatia è stata usata per descrivere anche l’incresciosa circostanza dell’installazione rimossa a Pozzo Dolce, dove la rigida burocrazia ha prevalso sul resto.
Apatia che ieri si è manifestata proprio nella poca aderenza all’invito formulato da chi avrebbe voluto far diventare la piazza di Termoli tra le più calde d’Italia, mentre i moti di solidarietà e sostegno alla base del progetto si sono infranti contro un muro d’indifferenza, con poche decine di eccezioni.
Questa riflessione è nel segno di voler ridestare le coscienze e la parola senso di appartenenza, che si sta progressivamente sgretolando. Per questo, ci spiace che le associazioni MeToo e Cav Liberaluna che tanto confidavano nella nostra ‘Piazza’, abbiano dovuto riscontrare un interesse appena epidermico.
Emanuele Bracone