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lunedì 31 Marzo 2025
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Dire addio alle bollette con l’autosufficienza energetica

L’autosufficienza energetica è uno dei concetti più attuali dell’edilizia contemporanea e della sostenibilità.

Si tratta di qualcosa di per sé piuttosto semplice da comprendere e interessa la possibilità di alimentare la totalità dell’edificio, in particolare gli impianti presenti all’interno, senza avvalersi dell’energia erogata da una rete.

Il risultato è una fornitura green, improntata all’autoconsumo e all’autoproduzione, a fronte della predilezione di fonti rinnovabili e tecnologie annesse.

L’autosufficienza è, quindi, un obiettivo, da conseguire secondo soluzioni che vedono al centro risparmio ed efficientamento energetico. Ne vale la pena? La risposta è affermativa, anche perché dà letteralmente modo di dire addio alle bollette: è perciò un’opzione che denota i maggiori benefici nel medio-lungo periodo, scopriamo perché.

Autosufficienza energetica: un modello sostenibile a 360°

Quello dell’autosufficienza è un vero e proprio modello sostenibile, sia energetico che di edilizia.

Alla base c’è l’introduzione di tecnologie e soluzioni di ultima generazione, particolarmente all’avanguardia, che hanno come intento finale un impatto minore sull’ambiente, ottenuto attraverso una riduzione degli sprechi e un modo di consumare meglio.

Il risultato è la predilezione di misure alimentate a energia pulita, un fattore che si trova al centro nei progetti dell’ingegneria edile e civile contemporanea nonché della bioarchitettura fin dalla progettazione. Ciò risulta possibile grazie alla combinazione di elementi architettonici, strutturali e tecnici con altri di matrice prettamente impiantistica.

A livello puramente domestico, quindi, l’autosufficienza energetica passa da opzioni che comportano una riqualificazione dell’edificio, nel caso fosse già esistente, oppure, qualora non fosse così, della predisposizione di impianti che servono alla produzione di energia.

I costi, come già accennato inizialmente, vengono ammortizzati poiché ci si rende indipendenti rispetto alle forniture erogate da realtà terze. Cosa che può avvenire più o meno completamente.

Impianti ad accumulo e autosufficienza energetica

Una delle soluzioni di impiantistica che maggiormente si rivela interessante per favorire e implementare l’autosufficienza energetica è quella che vede al centro le tecnologie ad accumulo.

Questo tipo di opzioni consentono, come suggerisce il termine, di accumulare energia green da utilizzare nel momento in cui la fonte non appare più reperibile.

È questo il caso degli impianti fotovoltaici ad accumulo, che danno modo di immagazzinare energia preziosa di giorno o quando c’è il sole, da impiegare durante le ore notturne.

Il risultato è una copertura maggiore rispetto a quella delle misure standard, in grado di garantire un fabbisogno che arriva fino al 70% circa. Un parametro impensabile fino a non molto tempo fa.

Breve focus sulle comunità energetiche (su cui molto ci sarebbe da dire)

Le comunità energetiche rappresentano una soluzione all’insegna dell’autosufficienza, alternativa alla sua esplicazione di stampo tradizionale.

Permettono infatti di rendersi indipendenti in tal senso facendo parte di quella che è a tutti gli effetti una comunità di persone improntata all’autoconsumo collettivo. In questo caso la copertura del fabbisogno riesce a raggiungere il 100% e, dunque, la piena indipendenza dal fornitore di energia.

Alla base c’è un insieme di più edifici tra consumatori e produttori che uniscono letteralmente le forze per il conseguimento di energia rinnovabile, solitamente avvalendosi di tecnologie ad accumulo. Questa opzione richiede attente valutazioni, ma non è da sottovalutare anche perché destinata a una diffusione ulteriore.