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lunedì 31 Marzo 2025
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Le rotte della droga: costa assediata, rafforzare uffici giudiziari e forze dell’ordine

TERMOLI. Prima poche dosi, poi etti, ora chili. Come gli otto sequestrati ieri dalla Polizia.

L’escalation del fenomeno del narcotraffico nel basso Molise, e sulla costa adriatica, in particolare, non conosce tregua e la preoccupazione, l’allarme sociale crescono, perché si parla di mercanti di morte.

Oramai il consumo di stupefacenti è conclamato e diversificato, con l’ingresso sulla piazza di nuove sostanze e soprattutto di pusher sempre più (ex) incensurati, che si avventurano nell’attività di smercio illegale.

La direttrice costiera è un’autostrada della criminalità, non solo per le infiltrazioni malavitose di medio e alto rango, come è facile immaginare, ma anche per quella sfera di reati che coinvolgono e minano la stabilità di intere famiglie, oltre alla droga, pensiamo ai furti e alle rapine, che spesso proprio l’acquisto di cocaina, eroina, hashish, marijuana e non solo, fomentano.

Anni fa, fu proprio la Procura del capoluogo a dare una connotazione differente alla lotta contro lo spaccio nel territorio, proprio per la commistione tra criminalità esogena e i riflessi sociali nella nostra comunità, l’aumento dei soggetti che imboccano questa deriva criminale.

Sequestri ingenti, sempre più frequenti, non solo dalle nostre parti, come è evidente seguendo le varie operazioni e i blitz compiuti in altre zone d’Italia, senza confini, ormai.

Per questo, occorre una rete della legalità sempre più ampia e profonda, che possa vedere rafforzati gli organici giudiziari (sia togati che personale degli uffici inquirenti e dei Tribunali), così come per le forze dell’ordine, la cui coperta, rispetto alle emergenze che si affrontano sul territorio, è sempre più corta.

Cambiare le regole d’ingaggio nella vigilanza e nel controllo di ambienti a rischio, lavorare ancora di più nella prevenzione, ad esempio nelle scuole, individuare le cellule contaminate che fungono da basisti per l’arrivo della ‘merce’, interrompere le catene di fornitura (anche dall’Estero), insomma, c’è da fare molto, perché in una fase generazionale assai delicata come quella che viviamo, il rischio è decuplicato.

Emanuele Bracone