TERMOLI. Il tema della sicurezza stradale e della tutela dei diritti dei lavoratori è al centro di un nuovo episodio di grave ingiustizia da parte dell’azienda Sati, che ha recentemente assunto provvedimenti disciplinari ingiustificabili nei confronti dei suoi autisti. Le organizzazioni sindacali Faisa Cisal, Filt Cgil e Ugl Autoferro denunciano un’ennesima azione intimidatoria da parte della SATI, che ha sanzionato un autista per aver rispettato le norme del Codice della Strada, rifiutandosi di effettuare una fermata non autorizzata e pericolosa. Questo è solo l’ultimo di una serie di atti repressivi che mettono a rischio non solo la sicurezza dei lavoratori, ma anche quella dei passeggeri e degli altri utenti della strada. Con la presente, le sigle sindacali chiedono un intervento urgente delle istituzioni competenti per fermare questa prassi e garantire che la legalità venga rispettata nel settore del trasporto pubblico locale.
«Ancora una volta, l’azienda Sati si distingue per provvedimenti disciplinari a dir poco inaccettabili e intimidatori nei confronti dei propri dipendenti. Un autista è stato sanzionato con otto giorni di sospensione dal lavoro e dalla retribuzione per aver semplicemente rispettato la legge: si è rifiutato di effettuare una fermata dell’autobus inesistente e in palese violazione del Codice della Strada.
Questo episodio è solo l’ultimo di una lunga serie di azioni repressive adottate dall’azienda per mettere pressione ai propri autisti e costringerli a compiere manovre irregolari, mettendo a rischio la sicurezza dei passeggeri, degli altri utenti della strada e degli stessi lavoratori. Solo una settimana fa, un altro conducente è stato multato dalle forze dell’ordine per aver effettuato la fermata al bivio di Larino, anch’essa non prevista e pericolosa. Invece di tutelare i propri dipendenti, SATI continua a punire chi rispetta la normativa e garantisce la sicurezza del servizio.
Questa situazione è assurda e inaccettabile. Non si può tollerare che gli autisti siano costretti a scegliere tra il subire provvedimenti disciplinari dall’azienda o il rischiare multe e sanzioni dalle autorità per violazioni del Codice della Strada. Le istituzioni devono intervenire immediatamente per porre fine a questa pratica intimidatoria e garantire che il trasporto pubblico locale sia gestito nel rispetto delle norme e della sicurezza.
Chiediamo un’azione immediata da parte degli organi competenti per tutelare i diritti dei lavoratori e la sicurezza dell’utenza. La legalità non può essere piegata agli interessi di un’azienda che antepone logiche discutibili al rispetto delle normative vigenti».