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lunedì 19 Maggio 2025
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«Il progetto ‘Gigafactory’ è vitale per tutto il Paese»

TERMOLI. Col confronto odierno tra i costruttori di auto e l’Unione europea inizia una fase decisiva per le sorti del comparto.

Si avvicina il periodo più importante degli ultimi anni, quello che vedrà a marzo l’Unione europea rispondere alle sollecitazioni dei produttori di auto, riunirsi il tavolo Stellantis al Mimit e attendere l’intervento di John Elkann in Parlamento, guardando anche a mercoledì 5 marzo, dove la von der Leyen annuncerà le misure intraprese dall’Ue, per passare all’11-19 marzo. Sullo sfondo, anche le decisioni di Acc sulla Gigafactory di Termoli, vertenza dirimente dell’intero Molise (e non solo) trattato dal leader della Fim-Cisl, Ferdinando Uliano, in una intervista rilasciata all’house organ della Cisl, “Le Conquiste del lavoro”.

Com’è noto, solo fumate grigie (se non nere) nei confronti ministeriali, dove non si è riusciti a fare chiarezza sul futuro dello stabilimento e per ora l’investimento risulta sospeso. «La joint-venture Acc tra la holding automobilistica, Stellantis, Mercedes-Benz e TotalEnergies di Termoli doveva produrre batterie a partire dal 2026. Lo stop della Gigafactory molisana per noi resta una questione imprescindibile che non possiamo perdere. Le batterie come abbiamo detto sono cuore della produzione dei veicoli elettrici, ma anche delle auto ibride. Se non si riavviasse il progetto della Gigafactory, in prospettiva comprometterebbe tutto il settore nel nostro Paese. Come sindacato stiamo facendo tutte le pressioni con Stellantis per un veloce riavvio di questo importante progetto.

Bisogna ridare un futuro industriale ed una garanzia e sicurezza occupazionale ai lavoratori di Termoli e a tutto il settore automotive nazionale».

Su Stellantis, «L’impatto dei nuovi modelli elettrici e ibridi che ci sono stati presentati si dovrebbe far sentire a partire dal 2026, gli investimenti anche sui modelli relativi più di largo consumo, ma certamente tutto dipenderà dalla risposta del mercato, rispetto al quale è molto difficile fare previsioni in questo momento. Stiamo spingendo a rafforzare in termini produttivi le prospettive per tutti gli stabilimenti. Il nostro obiettivo è la risalita produttiva per salvaguardare occupazione e stabilimenti, compresi quelli dell’indotto. Il Governo ha il merito di aver messo in piedi con il sindacato e tutti gli attori della filiera dell’automotive dei tavoli tematici in cui sono state fatte delle proposte rispetto agli interventi che bisogna portare avanti per dare al settore dell’auto una prospettiva. Alcune di queste proposte il governo le sta sostenendo anche in Europa, a partire dalla richiesta di anticipare la verifica delle multe sulla riduzione delle emissioni, fondamentale per evitare il tracollo di tutti i maggiori produttori europei. 

Non servono certo i tagli al Fondo dell’Auto. Siamo riusciti a recuperare i fondi per il 2025, ma rimane il problema degli anni successivi. Questi fondi servirebbero per investire sulle infrastrutture per la mobilità elettrica, ma soprattutto rivedere, accompagnare la riconversione all’elettrico con politiche di sostegno alle produzioni e non solo alla domanda come fatto fino ad oggi. Su questi aspetti, date le risorse necessarie quello che occorre maggiormente è un piano industriale condiviso in tutta Europa per sostenere – come abbiamo fatto insieme agli altri sindacati Europei il 5 febbraio scorso – l’intero settore dalla filiera della  componentistica, fino alle grandi aziende di assemblaggio- finanziando tutta una serie di misure utili a favorire le attività di ricerca, sviluppo e orientamento per le piccole imprese, la formazione dei lavoratori e l’introduzione di ammortizzatori sociali funzionali a tutelare gli organici nella specifica fase di transizione».