TERMOLI. La chiesa del Crocifisso non poteva contenere tutti coloro che hanno voluto rendere omaggio, per l’ultima volta, nella vita terrena, al dottor Francesco Paolo Baccari, per tutti Franco.
Ieri pomeriggio, tantissime le persone che si sono radunate prima sul sagrato e quindi in chiesa, fino a dove è stato possibile accoglierle, molti sono rimasti all’esterno.
L’arrivo del feretro col picchetto d’onore della Croce Rossa Italiana, di cui Franco era direttore sanitario, accompagnato dalla moglie Carmela e dai figli Alberto e Pio, che non hanno lasciato solo nemmeno un attimo il loro caro.
Presente una delegazione di Fratelli d’Italia, con Maurizio Pangia, Luciano Paduano e Filoteo Di Sandro, partito di cui era dirigente nazionale, così come non sono mancati i soci del motoclub ‘Road Eaters’, poiché i cavalli di ferro erano una sua grande passione, così come il mare. In rappresentanza dell’amministrazione comunale c’era l’assessore Michele Cocomazzi, ma anche altri esponenti di ieri e di oggi delle istituzioni, come Antonio Chieffo e Remo Di Giandomenico.
La celebrazione è stata officiata dal frate cappuccino Italo Santagostino e concelebrata dal parroco, don Elio Moretti.
L’esperienza di vita di Franco, davvero piena, ha attraversato numerosi settori della società, a cominciare dal ruolo di medico di famiglia e sportivo, per spaziare in ogni dove, con la sua proverbiale allegria e l’essere guascone, caratteristica che spesso ci ha portati anche a confrontarci personalmente.
Nelle parole dell’omelia e del ricordo, l’atteggiamento di coraggio con cui ha affrontato il periodo della malattia, ‘domandola come un cavallo pazzo’, dalla frase usata da frà Italo, così come la consapevolezza di una medicina che non è riuscita a compiere fino in fondo il suo dovere, e questa è stato uno degli aspetti più profondi dell’ultimo periodo.
Il pensiero anche alle nipotine Irene e Gaia, per cui stravedeva.
All’uscita dalla chiesa ancora l’incredulità e il dolore prevalgono per questa scomparsa, ma lo spirito di Franco rimarrà vivo, col suo sorriso sornione. Buon vento anche lassù.
Emanuele Bracone