TERMOLI. Siamo tornati a far visita a Eugenio Miniero, il ciabattino ante-litteram, per la rubrica Termolesi Brava Gente.
In oltre 70 anni di vita professionale, Eugenio Miniero ha “fatto le scarpe” a moltissimi termolesi… ovviamente nel senso più positivo del termine! Eugenio, infatti, è un calzolaio, un ciabattino o, se preferite, in termolese ‘u scarpére. Dal 1966 ha il suo laboratorio in Corso Vittorio Emanuele III n. 80.
La sua storia inizia ben prima: quando era ancora in età scolare, i suoi genitori gli imposero di dedicare la mattina ai libri e il pomeriggio all’apprendimento di un mestiere, così da garantirgli un futuro. In quegli anni del dopoguerra, Eugenio è stato un esempio perfetto di quella che oggi chiamiamo “alternanza scuola-lavoro”, una pratica che allora era diffusa per necessità e che oggi viene riproposta per aiutare i giovani a trovare una professione.
Come altri bambini termolesi di quell’epoca, Eugenio dimostrò grande determinazione e lungimiranza. Dopo aver appreso l’arte del calzolaio come garzone di bottega, divenne ben presto “Mastro Eugenio”, portando avanti con dedizione questo antico mestiere.
Oltre alla sua lunga carriera, Eugenio è anche un grande tifoso del Termoli Calcio e del Napoli. Termolese doc, originario del quartiere Jervelelle, ha radici che affondano sia in Molise, grazie alla madre, una donna del Borgo Vecchio, sia in Campania, terra d’origine del padre.
La sua bottega non è solo un luogo di lavoro, ma anche un angolo di vivace compagnia, grazie al concerto quotidiano dei suoi coloratissimi pappagallini, che ormai fanno parte della sua vita.
Ascoltiamo la sua storia, fatta di passione, dedizione e simpatia.
Michele Trombetta