TERMOLI. Il Molise che resiste: un impegno collettivo contro le mafie e l’illegalità. A Termoli, nella cornice dell’Auditorium Comunale di via Elba, si è tenuta una manifestazione che ha rappresentato un’importante occasione di riflessione sul tema della legalità e della lotta contro la criminalità organizzata. Promossa dal Partito Democratico del Molise, introdotto proprio dal segretario regionale dem Ovidio Bontempo, l’iniziativa dal titolo “Il Molise che (r)esiste – Per un futuro senza mafie” ha visto una partecipazione numerosa e qualificata, confermando l’urgenza di affrontare sfide complesse con determinazione e trasparenza.
Un evento partecipato e denso di significato
L’incontro, gremito di cittadini e rappresentanti politici, ha preso avvio con l’intervento del Vicepresidente del Consiglio regionale Vittorino Facciolla, seguito dai consiglieri regionali Micaela Fanelli, e Alessandra Salvatore, nonché dai consiglieri comunali Oscar Scurti e Manuela Vigilante. Quest’ultima ha posto l’accento sulle resistenze incontrate per portare in Consiglio comunale la vicenda legata al rapporto con la società Energia Pulita, esprimendo con forza la necessità di trasparenza e legalità.
Il contributo di giornalisti e scrittori
Momento centrale della serata sono stati gli interventi di due autori che hanno studiato e raccontato il fenomeno della criminalità organizzata in Molise: Giovanni Mancinone, autore di “Molise criminale”, e Paolo De Chiara, autore di “Il veleno del Molise”. Le loro testimonianze hanno offerto un quadro chiaro e inquietante delle infiltrazioni mafiose nella regione, invitando a una presa di coscienza collettiva.
Politica e responsabilità nella lotta antimafia
A concludere l’evento sono stati due esponenti di rilievo nazionale nella lotta contro le mafie: il Senatore Walter Verini, capogruppo Pd in Commissione parlamentare Antimafia, e l’Onorevole Debora Serracchiani, responsabile Giustizia nella Segreteria nazionale Pd. I loro interventi hanno ribadito come la politica debba assumersi pienamente le proprie responsabilità per contrastare il radicamento della criminalità organizzata, tracciando al contempo le linee di un impegno ancora più forte e incisivo.
Un messaggio di speranza e determinazione
Moderato dalla giornalista Francesca D’Anversa, l’evento ha lanciato un messaggio chiaro e potente: il Molise non è disposto ad arrendersi alle mafie, alla corruzione e all’illegalità. Questa terra, con la sua storia e la sua forza, vuole guardare al futuro con speranza, consapevole che solo chi ha il coraggio di resistere può davvero esistere.
«Io vedo una grande coerenza tra ciò che fa il Governo e ciò che accade in questa regione – ha spiegato Verini – il Governo indebolisce tutti i presìdi di contrasto alla criminalità organizzata e alla corruzione. Trasforma i reati in semplici episodi di microcriminalità, e allo stesso tempo indebolisce gli strumenti per contrastarli: per esempio, aumentando le soglie per gli affidamenti diretti negli appalti, ampliando l’uso del subappalto, alzando i limiti per l’utilizzo del contante, abolendo reati come l’abuso d’ufficio e limitando l’uso delle intercettazioni. Tutte scelte che, di fatto, indeboliscono la lotta alle mafie. Qui in Molise, quanto accaduto al presidente pone un problema molto serio di trasparenza, di rispetto delle regole e soprattutto di credibilità istituzionale. Questa terra non merita che comportamenti opachi o violenti aprano la strada alla penetrazione della criminalità organizzata. Attenzione: la Quarta Mafia, quella foggiana, e le aziende che possono ruotare attorno a questi ambienti, quando si infiltrano lo fanno in modo capillare e devastante».
La Serracchiani: «Colpiscono il mercato, stravolgono le regole, danneggiano la cittadinanza e mettono in seria difficoltà le imprese sane, quelle che lavorano nel rispetto della legalità. Perché in questo modo si altera il mercato in maniera sleale e profondamente dannosa». Quindi, il passaggio sulla richiesta di acquisizione degli atti alla commissione parlamentare antimafia, di iniziativa proprio senatore dem Verini: «Per quanto riguarda l’inchiesta, abbiamo ricevuto gli atti e, per quanto abbiamo potuto constatare, le accuse ruotano attorno a elementi che voi stessi – stampa, radio e tv – avete riportato. Tuttavia, vorrei sottolineare che qui non si tratta solo di un piano penale, dove ovviamente vale la presunzione di innocenza. Il tema è politico: c’è un problema di opportunità, di trasparenza e di etica».
Sempre la Serracchiani: «Noi riteniamo che, di fronte a fatti così gravi, sia necessario fare delle scelte politiche coerenti. Per questo abbiamo chiesto che il presidente della Regione valuti un passo indietro. Del resto – come diceva il senatore Verini – siamo di fronte a un Governo e a una maggioranza che non fanno mai passi indietro, neanche di fronte a indagini, condanne o situazioni ben più gravi. Eppure, resta una questione morale: la politica deve essere un esempio. Se la politica smette di esserlo, allora si indebolisce anche dall’interno».




