TERMOLI. Di recente è stata diversi giorni a Termoli e abbiamo ripreso contatto, parliamo di Nancy Rossi, la termolese d’esportazione in Canada, dove vive ormai da decenni.
L’abbiamo disturbata, per così dire, visto che nella nazione della foglia d’acero si è andati al voto, in un contesto complicato, visti i dazi imposti da Trump.
«Qual è la città più grande del Molise? Montreal!
Ebbene sì, più di 250.000 persone di origine italiana vivono nella grande regione metropolitana di Montreal, e tra queste, quelle di origine molisana sono le più numerose. Numerosi sono anche i molisani residenti a Toronto nella provincia dell’Ontario e nelle altre province canadesi.
Se a questo dato aggiungiamo l’attualità geopolitica e le dichiarazioni del presidente americano Donald Trump — che aveva esortato i canadesi a votare per lui in queste elezioni canadesi— interessarsi alle elezioni federali canadesi acquista ancora più senso e diventa estremamente pertinente per noi.
Prima constatazione: la serata elettorale del 28 aprile si è trasformata in una mattinata elettorale il 29 aprile. Si tratta infatti di un’elezione estremamente serrata: mentre scriviamo queste righe, sappiamo che il Partito Liberale del Canada (PLC), guidato dall’economista Mark Carney, formerà il prossimo governo federale, ma non è ancora chiaro se si tratterà di un governo maggioritario o minoritario. Per ottenere la maggioranza, un partito deve conquistare almeno 172 seggi; al momento, il PLC ne conta 168. Carney ha dichiarato questa mattina «Uniti vinceremo questa guerra commerciale per costruire l’economia più forte del G7».
Seconda constatazione: il leader del Partito Conservatore del Canada (PCC), Pierre Poilievre, ha perso nella sua circoscrizione di Carleton ma il partito ha riportato 144 seggi. Cosa deciderà di fare? Al momento, non è dato saperlo.
Terza constatazione: il Bloc Québécois (BQ), partito che ha come missione quella di difendere gli interessi del Québec a Ottawa, ha perso tre seggi nella grande regione di Montreal e conta 23 seggi.
Quarta constatazione: il Nuovo Partito Democratico (NPD) è letteralmente crollato con l’elezione di 7 seggi, e il leader Jagmeet Singh ha già annunciato le sue dimissioni.
Quinta constatazione: Elizabeth May, capo del Partito dei Verdi conserva il suo seggio.
Ultima constatazione: al momento, il presidente americano Donald Trump non ha commentato la vittoria di Mark Carney.
Vi invitiamo a seguire con noi queste elezioni serrate ed avvincenti: sono importanti non solo per il futuro del Canada, ma anche per la scena politica internazionale.
Nancy Rossi è molisana di origine ed è attualmente ricercatrice in economia politica internazionale presso la prestigiosa École nationale d’administration publique a Montreal».