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venerdì 23 Maggio 2025
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Sguardi allegri e pieni di vita: la ‘Pasqua che unisce’

Gianna Di Lena

TERMOLI. Sguardi, emozioni, timidezza, allegria, abbracci, baci: tutto questo è inclusione, ma anche divertimento. Il fine di progetti di integrazione e accoglienza, come quelli del ‘Sai’ (ex Sprar, per intenderci), che accolgono madri, spesso giovani e molto giovani, coi loro bimbi.

Provengono da terre martoriate, esuli e profughi da condizioni di vita realmente impossibili, nella speranza di ricongiungimenti familiari in comunità che sappiano guardarli con occhi generosi e specchio della nobiltà d’animo.

Ieri pomeriggio, il salone dell’Auditorium della Parrocchia di San Pietro si è trasformato in un luogo magico, dove la solidarietà ha preso per mano l’infanzia e l’ha accompagnata tra sorrisi, colori e abbracci. È qui che ha preso vita “La Pasqua che unisce: giochi, condivisione e inclusione per i bambini del Progetto Sai di Termoli”, un evento speciale pensato per costruire ponti tra culture e cuori.

Promosso dal Progetto Sai Sistema di Accoglienza e Integrazione) del Comune di Termoli, gestito con passione dalla Cooperativa Sociale Medihospes, l’incontro ha rappresentato molto più di un semplice momento di festa: è stato un inno all’umanità, alla vicinanza e alla bellezza dello stare insieme, senza barriere.

Nella Sala Parrocchiale “Santi Pietro e Paolo”, si è respirata un’atmosfera fatta di emozioni genuine e condivisione sincera. L’obiettivo era chiaro: regalare ai bambini e alle loro madri – cuore pulsante del progetto – un’occasione per sentirsi parte attiva di una comunità che accoglie, ascolta e abbraccia.

Dalle 15 alle 18, ogni spazio si è riempito di giochi e attività grazie alla preziosa animazione de “La Fabbrica degli Eventi” e dell’Associazione Culturale Karamella. Truccabimbi, giochi musicali, animazione, magie, palloncini modellabili, mascotte e baby dance hanno creato un vortice di gioia che ha coinvolto tutti, grandi e piccoli. Presenti anche i soci dell’associazione nazionale Vigili del fuoco volontari.

Tra i momenti più attesi, l’arrivo del tenero Coniglio Mascotte, che ha donato a ogni bambino un uovo di cioccolato: gesto semplice ma potente, simbolo di condivisione, speranza e rinascita. A concludere, una merenda offerta a tutti ha rafforzato ulteriormente il senso di convivialità, trasformando il pomeriggio in un’occasione preziosa per conoscersi, parlare, ridere insieme.

A rendere indelebile questa giornata, la presenza di Gianna Di Lena, che ha saputo cogliere gli sguardi, le mani che si tendono, i sorrisi che sbocciano. Ogni bambino è tornato a casa con un ricordo tangibile di un pomeriggio che sa di affetto e accoglienza.

“La Pasqua che unisce” non è stato solo un evento, ma un seme di integrazione piantato nel terreno fertile della solidarietà. Un’esperienza che ha rafforzato i legami tra i partecipanti, tra i bambini e gli operatori del progetto, e che ha ribadito con forza che il vero significato della Pasqua è la condivisione. Perché dove c’è spazio per il gioco e per il cuore, lì nasce una comunità più umana.

Emanuele Bracone