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martedì 18 Novembre 2025
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“Una foto racconta”: Carlo Cappella e Basso Ragni

TERMOLI. C’è una foto che ci è capitata tra le mani mentre stavamo preparando un’intervista per la nostra rubrica “Termolesi Brava Gente”, con protagonista il poliedrico studioso di cultura termolese, Oscar De Lena.

Quello scatto mi ha davvero commosso. In quella semplice immagine sono racchiusi sentimenti profondi, forse oggi sempre più rari: i rapporti umani sinceri, l’Amicizia – quella con la A maiuscola – quella vera, senza secondi fini. Quella che, a volte, ti fa anche arrabbiare per un secondo, ma poi si scioglie come una nuvola passeggera. E tutto torna com’era prima.

La foto è stata scattata dallo stesso Oscar De Lena, il terzo amico, il testimone silenzioso di un momento speciale. Era il primo settembre del 2007. I protagonisti della foto sono Carlo Cappella, memoria storica della cultura termolese, artista a tutto tondo, e il suo amico d’infanzia Basso Ragni, emigrato a Torino per molti anni e tornato a Termoli per godersi la pensione.

Quel giorno i due amici erano stati riaccompagnati in macchina all’ingresso del Borgo Vecchio, pronti a risalire a piedi fino alla torretta-belvedere dove Carlo aveva il suo eremo: un piccolo scrigno pieno di tesori artistici.

Basso passava lì le sue giornate, facendo compagnia a Carlo, raccontandogli aneddoti e ascoltando le sue storie. Carlo, come sempre, accoglieva chiunque con il sorriso: persone comuni, curiosi, scolaresche. Tutti desiderosi di ascoltare un pezzo di storia termolese dalla sua voce.

Ecco, quella foto li ritrae proprio lì, in quel tratto pedonale che porta verso l’anima antica di Termoli. Due amici veri, due vite intrecciate, due cuori che, anche nel silenzio, sapevano raccontarsi tutto.

Un frammento di vita che ci ricorda cosa vuol dire davvero volersi bene……E mentre camminavano, con quel passo claudicante tipico di chi ha vissuto tante primavere e ha imparato a non correre rischi inutili, Carlo e Basso si presero per mano.

Fecero così, fianco a fianco, quell’ultimo tratto verso la torretta, come due bambini cresciuti insieme, come due fratelli che si capiscono con uno sguardo.

In quel momento, Oscar – prima di andarsene con la macchina – prese la sua fotocamera e non si fece scappare l’occasione di immortalare quella scena dolce e commovente allo stesso tempo.

Mai, e dico mai, avrebbe potuto immaginare ciò che il destino, con la sua strana regia, aveva preparato per quei due amici. Quello scatto, fatto quasi per istinto, si è rivelato essere una fotografia premonitrice. Guardandola oggi, sembra davvero ritrarli mentre si avviano, mano nella mano, verso un viaggio più grande. Verso l’ignoto.

E il destino – che spesso definiamo cinico e baro – quella volta ha dato prova di una poesia struggente.

Perché quei due amici, legati da una vita intera, hanno lasciato questa terra a distanza di un solo giorno l’uno dall’altro.

Sì, proprio così: se ne sono andati insieme, quasi in punta di piedi, come in quella foto.

Mano nella mano, verso il loro ultimo viaggio.

Un viaggio verso il Paradiso, dove sicuramente si trovano a loro agio, seduti uno accanto all’altro, a raccontarsi ancora oggi fatti e fatterelli della loro amata Termoli.

Michele Trombetta