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giovedì 12 Giugno 2025
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Costa garganica, la memoria storica dei terremoti del 1627 e 1731

TERMOLI. Dopo il sisma di magnitudo 4.8 che ha scosso la costa garganica venerdì 14 marzo 2025, con epicentro localizzato in mare, al largo di Lesina, si susseguono le scosse, di cui due nelle ultime ore di 3.7 e 3.2.

Scosse percepite anche a Termoli.

L’evento ha riacceso la memoria di catastrofici terremoti che colpirono la stessa zona in passato.

Il 30 luglio 1627, la Puglia fu scossa da un violento terremoto di magnitudo 6.7, un evento che segnò profondamente la storia della regione. Tuttavia, questo disastro non fu un evento isolato, ma il culmine di una serie di scosse sismiche iniziate nell’ottobre del 1626.

Infatti, già nell’ottobre del 1626, la popolazione pugliese avvertì le prime scosse, seguite da altre nei mesi di gennaio e aprile del 1627.

Questi eventi, concentrati soprattutto nel Gargano e nella Capitanata (l’attuale provincia di Foggia), crearono un clima di crescente preoccupazione. Dopo un periodo di relativa calma, la terra tornò a tremare con violenza il 30 luglio 1627.

La scossa principale, di magnitudo 6.7, devastò numerose città, tra cui San Severo, San Paolo di Civitate, Apricena, San Giovanni Rotondo, Manfredonia e Peschici, raggiungendo un’intensità epicentrale del 10° grado della scala Mercalli.

Anche Foggia, Chieti e Termoli riportarono danni significativi.

La Corona spagnola, all’epoca, dovette concedere esenzioni fiscali decennali per aiutare le comunità colpite a riprendersi dalla devastazione.

Il terremoto scatenò un potente tsunami che colpì la costa garganica. Il mare si ritirò di 2-3 miglia, lasciando asciutto il lago di Lesina, per poi riversarsi con violenza sulla terraferma. Lesina fu sommersa, e l’onda raggiunse persino l’abbazia di Ripalta e le mura di Manfredonia.

L’inondazione si estese fino alle pianure tra Silvi Marina e Mutignano, in provincia di Teramo, a oltre 100 km dall’epicentro.

Nel 1646, la stessa area fu colpita da un altro terremoto di magnitudo 6.2, confermando l’alta sismicità della zona.

Inoltre, il 20 marzo 1731, un altro violento terremoto colpì la Capitanata, con effetti devastanti soprattutto a Foggia e Cerignola.

Il terremoto del 1731, avvenuto alle 03:00 di notte, ebbe un epicentro probabilmente a pochi chilometri a nord-ovest di Cerignola e raggiunse una magnitudo stimata di 7.0/7.5 della scala Richter, con effetti distruttivi di IX grado della scala Mercalli (MCS). Foggia e Cerignola furono le città più colpite, con Foggia che vide crollare più di un terzo degli edifici.

Il sisma fu avvertito in gran parte dell’Italia centro-meridionale, da Roma a Napoli.

Questi eventi sismici, distanti secoli, mettono in luce la vulnerabilità sismica della Costa Garganica e della Capitanata.

Il confronto con i devastanti terremoti del 1627 e del 1731 ci spinge a riflettere sull’importanza della prevenzione e della preparazione per affrontare futuri eventi sismici.

Eliana Ronzullo