TERMOLI – Educare non significa solo trasmettere competenze, ma anche coltivare senso civico, responsabilità sociale e attenzione verso l’altro. Con questa visione, il centro di formazione Scuola e Lavoro ha promosso martedì scorso l’incontro “Formazione: Crescere. Donare. Cambiare”, tenutosi presso la sede di Largo Martiri delle Foibe a Termoli. L’evento, rivolto a studenti e partner educativi, ha coinvolto istituzioni, associazioni e mondo scolastico in un confronto sul valore della formazione umana oltre quella professionale.
Lino Spagnuolo: il dono che forma il cittadino
Ad aprire i lavori è stato Lino Spagnuolo, presidente di Avis Termoli, che ha parlato del dono come scelta consapevole di responsabilità verso la comunità. «Donare il sangue – ha detto – è un atto semplice ma carico di significato. È un gesto che racconta il senso profondo dell’essere cittadini». Ha poi sottolineato il legame tra Avis e il mondo della scuola: «Lavoriamo con insegnanti e studenti per costruire una cultura della solidarietà fin dai banchi. La scuola è il luogo ideale per coltivare questi valori». Spagnuolo ha evidenziato come la donazione sia non solo un aiuto concreto, ma anche un momento di crescita personale e collettiva.
Patrizia Santella: la scuola come guida e presidio di valori
Patrizia Santella, direttrice di Scuola e Lavoro, ha ribadito la missione del centro: accompagnare i giovani nel loro percorso formativo, umano e professionale. «In un’epoca in cui è facile sentirsi disorientati – ha dichiarato – la scuola ha il dovere di essere un punto fermo. Non solo trasmissione di saperi, ma educazione alla vita, alla relazione, alla comunità». La Santella ha posto l’accento sulla necessità di formare persone prima ancora che professionisti: «Solo se educhiamo al rispetto, alla responsabilità e alla solidarietà potremo parlare davvero di formazione completa».
Ettorina Tribò: educare alla cittadinanza attiva
La dirigente dell’Ufficio Scolastico Regionale per il Molise, Ettorina Tribò, ha sottolineato l’importanza della collaborazione tra le scuole e il territorio. Ha richiamato l’attenzione sulla recente Legge 22 di febbraio, che riconosce il valore delle competenze trasversali e pone gli studenti al centro come persone. «Servono insegnanti capaci di educare al vivere civile – ha detto – non solo al sapere tecnico». Tribò ha ricordato esperienze significative come quelle con Unitalsi e i “treni bianchi” a Lourdes, dove i ragazzi vivono il dono del tempo e dell’attenzione, sviluppando empatia e intelligenza emotiva.
Roberto Di Baggio: la solidarietà come leva educativa
Il consigliere regionale Roberto Di Baggio, delegato alle Politiche delle risorse umane, Istruzione e Formazione professionale, ha raccontato il suo impegno nel promuovere una formazione che integri valori e competenze. Ha descritto diverse esperienze di volontariato condotte con Caritas e altre associazioni, dove gli studenti vivono la solidarietà in prima persona. «Queste esperienze – ha spiegato – sono potenti strumenti educativi, perché favoriscono lo sviluppo dell’intelligenza emotiva e rendono i giovani più consapevoli del loro ruolo nella società».
Rolando D’Antonio: crescere con empatia e coraggio
A moderare l’incontro è stato Rolando D’Antonio, presidente di Scuola e Lavoro, che ha concluso l’evento sottolineando come la formazione debba accompagnare i ragazzi verso la pienezza della vita sociale. «La scuola deve formare cittadini completi, capaci di agire con empatia, competenza e coraggio». D’Antonio ha richiamato i numerosi progetti promossi dal centro, in collaborazione con realtà come Avis e Unitalsi, che pongono al centro la persona, le sue relazioni e la sua capacità di contribuire al bene comune.


