TERMOLI. A Termoli c’è una tradizione antica e molto sentita che si rinnova ogni martedì dopo Pasqua: il pellegrinaggio al Santuario di Santa Maria della Vittoria, conosciuto affettuosamente dai termolesi come “Madonna a Lungo” o, in dialetto locale, “‘A Madonn’ a llunghe”.
Le radici storiche
Il santuario si trova in contrada Valentino, a metà strada tra Termoli e San Giacomo degli Schiavoni, e risale al 1545, quando fu costruito dai frati cappuccini con il nome originario di Santa Maria in Valentino. Il titolo “della Vittoria” venne aggiunto successivamente, in seguito a un episodio significativo: nel 1566, durante un’incursione turca guidata da Piyale Pascià, gli abitanti della zona riuscirono a respingere gli invasori proprio nei pressi della chiesa. In segno di gratitudine alla Vergine per l’aiuto ricevuto, la comunità decise di dedicare il santuario anche alla “Vittoria”.
Il pellegrinaggio
Il cuore della tradizione si manifesta ogni martedì successivo alla Pasqua, quando i fedeli si mettono in cammino, di buon mattino, per raggiungere il santuario. Storicamente, la partenza avveniva dalla Cattedrale di Santa Maria della Purificazione, nel centro storico di Termoli. Quest’anno, invece, il pellegrinaggio prenderà il via alle ore 6:30 dal Santuario della Madonna delle Grazie.
Il percorso, lungo circa tre chilometri, si snoda tra fede e natura, culminando con la celebrazione della Santa Messa presieduta dal Vescovo e accompagnata da momenti di preghiera e riflessione.
Una “Pasquetta” tutta termolese
Ma il martedì dopo Pasqua non è solo spiritualità. Intorno al santuario si vive una sorta di “Pasquetta alternativa”, che per molti rappresenta il vero momento di festa. I prati circostanti – un tempo sconfinati e oggi in parte recintati – si animano con scampagnate, pranzi all’aperto e mercatini di prodotti tipici locali: scapece di pesce, porchetta, torcinelli, caciocavallo, e chi più ne ha più ne metta.
Una tradizione culinaria che affonda le radici in tempi lontani, quando le famiglie si organizzavano portando tutto da casa: grandi contenitori smaltati bianchi – le famose “i spese” – pentole avvolte nei grandi tovaglioli da cucina, le “mappènelle”, e brocche di vino e acqua dette “i cecenére”. Il piatto forte? Il timballo di pasta al forno, insieme a carni e dolci fatti in casa.
Il significato del nome
Il soprannome “‘A Madonn’ a llunghe” nasce proprio dalla distanza del santuario rispetto al centro abitato: un cammino “lungo” che in passato veniva affrontato a piedi o su carretti. Un viaggio di fede che oggi continua, simbolo di una devozione ancora viva.
Tra storia e leggenda
Curiosa è anche una leggenda popolare legata alla festa: si narra che, se i termolesi avessero mai saltato il pellegrinaggio o mancato alla celebrazione della Messa, la ricorrenza religiosa sarebbe passata “di diritto” sotto la giurisdizione del Comune di San Giacomo degli Schiavoni, essendo la chiesa situata proprio tra i due territori. Non esistono documenti ufficiali che lo confermino, ma la voce è sempre circolata, alimentando il senso di responsabilità – e forse anche un pizzico di campanilismo – tra i fedeli.
Questa tradizione secolare rappresenta un vivido intreccio di fede, cultura popolare e convivialità. Un momento atteso, forse anche più della Pasqua stessa, perché offre l’occasione – almeno una volta l’anno – di vivere una giornata diversa, tra spiritualità e allegria, in perfetto spirito termolese.
Riguardo la storia della contesa abbiamo trovato un documento dell’Archeoclub presieduto dallo Storico Oscar De Lena che potrebbe chiarire alcuni aspetti,
A differenza di tutte le altre località italiane a S.Giacomo e a Termoli la pasquetta si festeggia il martedì dopo Pasqua nella chiesetta di S.Maria della Vittoria (a’ Madonn’a llunghe per i termolesi, Santa Marlonghe per i sangiacomesi).
La tradizione è antichissima e di questo ne parla anche Serafino Razzi frate domenicano ed abile predicatore che undici anni dopo lo sbarco a Termoli del 1566 di Pialì Pascià le cui truppe distrussero ed incendiarono il piccolo santuario costruito nel 1545 dai Padri Cappuccini così descrive la festa popolare alla quale ha assistito appena 11 anni dopo il terribile attacco turco:
“Alli 9 d’aprile 1577, terzo giorno di Pasqua, andai a predicare alla sopradetta chiesa di Santa Maria di Valentino, altrimenti detta Santa Maria longa ove ciasched’un anno in cotal dì concorre assai popolo, non solamente di Termoli, ma ancora d’altre terre vicine. Viene in particolare milizia di Termoli, cò tamburo, bandiere, et ordinanza militare. E poscia nel ritorno combattono la città dalla parte di terra, c ‘ò assai piacevole spettacolo: difendendola di dentro da un’altra mano di giovani in habito turchesco, c’ò insegna e tamburi dall ‘una parte e dall’altra. E finalmente dopo molte Ambascerie mandate innanzi e indietro: e dopo molte scaramucce fatte, et assalti dati, intorno a mezzodì la presero, senza però scandalo o danno alcuno. E si dee notar; come a detta S. Maria di Valentino, edificata in un vago boschetto, dette le messe, e fatta la predica, quasi tutti fanno collazione dei cibi qui preparati, e portati, onde poi ritornando possono combattere la città nel modo predetto.”
Oggi di quei lontani avvenimenti rimane solo la scampagnata presso la chiesa della Madonn’a llungo ogni martedì di Pasqua!
Vedi filmato con immagini della festa e con una poesia dedicata alla Madonna del poeta termolese Giuseppe Perrotta recitata dallo storico, pittore e poeta Carlo Cappella scomparso alcuni anni fa.