TERMOLI. «I cittadini sono le vittime: privarli non solo di un sistema sanitario adeguato ma anche del diritto di difendersi in giudizio (dopo averli costretti a pagare i danni arrecati da altri) significa condannarli a vita a subire sia le scelte di uno Stato che nomina commissari inefficaci sia le non-scelte di una Regione che, nel rispetto di una presunta filiera istituzionale, fa da palo ai poteri centrali anziché ribellarsi. La decisione cautelare del Tar, che rispettiamo ma che sulla base di una prima sommaria valutazione non riconosce ai cittadini il diritto di difendersi e tutelarsi adeguatamente, non è a nostro avviso condivisibile. Preannunciamo, quindi, la scelta di impugnarla, a breve, davanti al Consiglio di Stato».
Con queste parole Margherita Zezza, Pino Ruta e Antonio Di Pietro, hanno commentato la decisione assunta dal Tar Molise, sulla richiesta che fosse lo Stato ad accollarsi i debiti della sanità del Molise e quindi si dovesse annullare il riverbero fiscale sulla comunità, attraverso la leva delle addizioni sulle imposte dirette.
In merito, il cittadino-ricorrente, l’esponente di Costruire Democrazia, Andrea Montesanto, ha così accolto la pronuncia della giustizia amministrativa: «Non è accettabile che, dopo oltre 16 anni di commissariamento, debbano essere ancora una volta i cittadini molisani a pagare il prezzo. Il commissariamento ha amplificato enormemente i debiti sanitari della nostra regione, riducendo i servizi offerti alla popolazione. Come se non bastasse, a partire da gennaio 2025, i cittadini molisani si sono visti aumentare l’Irpef oltre i limiti previsti dalla legge. Proseguiremo con determinazione la nostra battaglia, fiduciosi che il Consiglio di Stato valuti la questione non solo dal punto di vista giuridico».
L’INIZIATIVA
«Una regione commissariata da 16 anni, gestita direttamente dai Ministeri, che ha visto moltiplicare il proprio debito sanitario mentre i servizi diminuivano, non è autosostenibile… e nel frattempo i commissari nominati dal Governo restavano al loro posto nonostante il pessimo risultato.
Come se non bastasse, la Giunta Roberti e la maggioranza del consiglio regionale, come i predecessori, hanno scaricato tutto questo disastro sulle spalle dei cittadini, aumentando le tasse oltre i limiti di legge.
A dicembre 2024, Massimo Romano ha presentato una proposta di delibera in Consiglio Regionale per azzerare il debito sanitario e farlo accollare allo Stato visto il commissariamento, ma è stata bocciata dalla maggioranza di destra.
Nonostante il consenso unanime dei consiglieri di centrosinistra, ha prevalso la logica della sudditanza politica del centrodestra verso il governo nazionale, anziché la difesa dei diritti dei cittadini molisani.
Il ricorso al Tar contro la Regione Molise chiedeva l’annullamento della delibera regionale sull’aumento dell’Irpef. Perché questo aumento è ingiusto, perché i cittadini non devono pagare per colpe che non hanno, perché la sanità pubblica va difesa, non smantellata».


