TERMOLI. I nonni sono custodi di saggezza, affetto e tradizioni. Sono figure che lasciano un segno profondo nella vita dei nipoti: con le loro parole, i gesti, i sorrisi e persino i silenzi. Hanno vissuto tanto, e proprio per questo riescono a trasmettere insegnamenti preziosi con semplicità e amore.
Un nonno non è solo un parente: è una guida silenziosa, un complice nei momenti difficili, un porto sicuro dove rifugiarsi.
Quando se ne vanno, lasciano un vuoto enorme… ma anche un’eredità di valori che continua a vivere dentro chi li ha amati.
«Mio nonno si chiamava Angelo Ciarella, e quando purtroppo è venuto a mancare per colpa di un infarto, aveva 83 anni.
Mio nonno era un uomo con dei valori che, in questa generazione, è difficile trovare. Ti ascoltava e ti dava consigli. Se avevi difficoltà, era il primo a porgerti una mano. L’importante era che gli portassi rispetto ed educazione, come lui ne portava a te.
Aveva un carattere forte e deciso, ma anche un grande cuore ed era di una simpatia incredibile. Ti prendeva in giro in modo scherzoso, anche solo per farti ridere quando ti vedeva giù di morale. Con lui non ti stancavi mai.
Noi nipoti lo chiamavamo Tatò (papà) oppure Papù (nonno), perché per molti di noi non è stato solo un nonno, ma un maestro di vita, un secondo papà, la voce che ti guidava sulla strada giusta, per non farti sbagliare nella vita.
Mio nonno ci ha insegnato che non bisogna mai mollare, nemmeno quando stai per sprofondare, e che non bisogna mai abbassare la testa, nemmeno quando hai torto. Nonno ci ha insegnato tante cose… ma non ci ha insegnato a stare senza di lui.
Purtroppo sono due anni e mezzo che il nostro pilastro non c’è più. Nonno voleva che i suoi figli fossero una cosa sola, voleva che ognuno fosse il braccio destro dell’altro.
Nonno era un uomo con uno stile da vero signore: indossava sempre camicie un po’ sbottonate, giacca “elegante”, pantaloni sempre sistemati, scarpe pulite ed eleganti, ma semplici.
Ma di una cosa non potremmo mai dimenticarci: del suo amato cappello, che metteva ovunque e sempre. In quel cappello teneva sempre 2 o 3 stuzzicadenti. Non vedevi mai mio nonno senza uno stuzzicadenti in bocca.
Da giovane era bellissimo: moro, alto, occhi verdi, con un fisico semplice ma spalle larghe.
Da più anziano, ovviamente, i capelli erano diventati bianchi e il fisico… diciamo che aveva una bella pancia.
Vorrei riaverlo con me anche solo per 5 minuti, per abbracciarlo e dirgli addio, perché purtroppo non ne ho avuto la possibilità prima.
Manchi a noi nipoti. Da Natalia Ciarella e gli altri nipoti».
