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lunedì 21 Aprile 2025
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«La vita di Nicola continuerà nei sacrifici e nei progetti della sua famiglia»

GUGLIONESI. C’è dolore a Guglionesi. C’è dolore per un fratello strappato troppo presto a questa vita, mentre lavorava, facendo ciò che più amava. Ciò che con sacrificio aveva costruito: guidare gli autobus e creare un’azienda familiare.

La gente, composta e commossa, si è ritrovata fin dalle 10 del mattino davanti alla Chiesa Madre di Guglionesi per dare l’ultimo saluto a Nicola Di Carlo, l’autista 63enne morto il 26 marzo a causa dell’autobus caduto nel fiume Po. Dolore, incomprensione, incredulità: sono questi i sentimenti che da più di una settimana attraversano la comunità guglionesana. Sgomento e tristezza. Il ricordo di Nicola vive nel cuore di chi lo ha amato: sua moglie Annamaria, i suoi figli Carmine e Vincenzo, la famiglia, i nipoti, gli amici di sempre e i colleghi autisti.

Le parole del parroco, don Stefano Chimisso, risuonano in chiesa:
«La vita del nostro caro Nicola non è stata inutile. Continuerà ad esistere nei sacrifici, nei progetti, nei sogni della sua famiglia, in coloro che porteranno avanti ciò che lui ha iniziato. Tanti amici che hanno condiviso con lui un tratto di strada lo ricorderanno per la sua passione e determinazione, alla guida dei suoi mezzi».

Una vita vissuta al volante, per creare qualcosa di cui andare fiero e per portare in alto il nome Di Carlo. Lui, sempre in giro per l’Italia, orgoglioso di essere guglionesano.

Durante l’omelia, don Stefano ha più volte ricordato i sacrifici e la passione che Di Carlo aveva per il proprio lavoro.

«Lasciamoci accompagnare da questa parola che abbiamo accolto. La Parola di Dio ci aiuta ad entrare più profondamente nel mistero che stiamo vivendo. Da cristiani, ancora una volta, ci troviamo a fare i conti con una morte improvvisa, inaspettata, come è accaduto mercoledì scorso, 26 marzo, con la morte di Nicola. Abbiamo ascoltato il Vangelo, accompagnati dalla tenerezza e dal dolore tremendo di sua Madre, sotto i nostri occhi. Lo abbiamo ascoltato, abbiamo ascoltato tutte le risposte, non per darcele, ma per accompagnarci in quello stato di dolore, come Maria, come gli amici di Gesù che stavano sotto la croce. Abbiamo ascoltato: “Stavano presso la croce di Gesù.” Un uomo ricco di intenti e di passione per il proprio lavoro, la cui giornata avrebbe dovuto essere scandita dai ritmi usuali, segno anche di tanti sacrifici che stavano portando frutti considerevoli. Ma purtroppo, l’ultimo giorno della sua esistenza terrena si è concluso sulle rive del fiume Po. I suoi figli, i parenti, gli amici, i colleghi con cui condivideva la quotidianità, uniti da vincoli di amicizia e di passione, ora si trovano a vivere questo dolore, cercando di comprenderne il senso. Di fronte alla morte facciamo esperienza della nostra fragilità. Ci ricordiamo quanto siamo vulnerabili, quanto la nostra vita possa sembrare improvvisamente segnata da una perdita che mette alla prova sacrifici, progetti, sogni e attese. E noi possiamo solo stare, accompagnando il dolore della sua cara moglie Annamaria, dei suoi figli Vincenzo e Carmine, dei parenti e degli amici, di tutti coloro che con lui condividevano quotidianamente la sua passione, legati a lui da vincoli di stima e amicizia. Certo, di fronte alla morte, ci riscopriamo tutti terribilmente fragili. Basta un attimo e la nostra vita è segnata da una fine che sembra far svanire nel nulla tutti i sacrifici, i tanti progetti, i sogni, le attese… quasi che tutto fosse stato inutile. Ma la nostra esistenza, la vita del nostro caro Nicola, non è stata inutile. Continuerà ad esistere nei sacrifici, nei progetti, nei sogni della sua famiglia, in coloro che porteranno avanti ciò che lui ha iniziato. Tanti amici che hanno condiviso con lui un tratto di strada lo ricorderanno per la sua passione e determinazione, alla guida dei suoi mezzi. Dopo chilometri e chilometri, Nicola è arrivato alla meta. E se siamo qui, riconosciamo nella nostra Meta quel Dio che ci vuole con sé, nella pienezza della vita vera, quella che non ha fine. La vita di Nicola non è finita: egli è entrato nella Vita vera e gode per sempre della presenza di Dio».

Alberta Zulli