TERMOLI. I destini dello stabilimento Stellantis di Termoli sempre più cupi. La scadenza di giugno relativa al progetto di Gigafactory sta arrivando a maturazione, ma nulla trapela da Acc, ma nessuno più si aspetta che si realizzi ormai.
Una mazzata ulteriore sarà la chiusura del reparto Fire dei motori, produzione che verrebbe addirittura delocalizzata, evoluzione che ha scatenato l’amarezza dei lavoratori.
Di questo si è discusso stamani, a Termoli, nella sede della Fim-Cisl, dove è intervenuto il segretario nazionale Fabrizio Boschini, assieme ai segretari di Abruzzo-Molise, Amedeo Nanni e Marco Laviano.
«Il futuro si costruisce con scelte coraggiose, non con silenzi e immobilismo», questo il monito lanciato oggi nell’incontro nella sede del Corso Nazionale.
«Oggi, 29 aprile 2025, a pochi giorni dalla Festa dei Lavoratori del 1° maggio, si è riunito il direttivo regionale Stellantis e indotto della Fim-Cisl Abruzzo-Molise.
Alla presenza del Coordinatore Nazionale Automotive della Fim-Cisl e della segreteria Interregionale, il gruppo dirigente ha condotto un ampio dibattito denunciando la grave situazione dello stabilimento Stellantis di Termoli, ormai insostenibile.
Da mesi osserviamo una gestione cieca e priva di visione da parte dei vertici di Stellantis, caratterizzata da incertezze, mancate risposte e decisioni che sembrano orientate più alla mera gestione dell’esistente che alla costruzione del futuro.
Oggi diciamo basta. Nessuna prospettiva concreta, nessun futuro garantito per le lavoratrici e i lavoratori. Il management del gruppo Stellantis continua a rinviare ogni discussione strategica, mentre lo stabilimento di Termoli, con le sue maestranze e professionalità, resta ostaggio di scelte opache e ritardi incomprensibili.
Il tanto annunciato passaggio alla Gigafactory appare più una chimera che una vera svolta industriale e di opportunità. Sull’altare dell’incertezza viene sacrificato un altro prodotto di Termoli, ricordando la già avvenuta chiusura del Cambio. La decisione di cessare la produzione del motore FIRE, simbolo storico di eccellenza e competenza, contraddice le promesse di riconversione fatte da Stellantis nel suo ambizioso piano industriale per la transizione.
Di fronte a questo scenario, la FIM CISL si oppone con forza a ogni scelta che metta a rischio ulteriori posti di lavoro e professionalità in un territorio che ha già pagato troppo in termini di dismissioni e abbandono industriale. La comunità molisana non può essere trattata come una semplice pedina sulla scacchiera della speculazione globale.
È tempo che Stellantis, il Governo e le Istituzioni chiariscano le loro intenzioni. Basta parole: vogliamo impegni scritti, risorse certe e tempi definiti.
Per questo motivo, il gruppo dirigente della Fim-Cisl, supportato da tutta l’organizzazione, chiede a Stellantis, Acc e al Governo di convocare rapidamente un tavolo ministeriale per definire il futuro dello stabilimento e della regione.
Stiamo assistendo al funerale del motore Fire. Per questo, nello spirito di unità sindacale, auspichiamo la rapida convocazione del Consiglio di Fabbrica per condividere iniziative volte alla messa in sicurezza dei posti di lavoro.
In assenza di veri piani industriali che garantiscano a Termoli la centralità delle sue produzioni di GME, GSE e V6, chiediamo che non vengano delocalizzati ulteriori prodotti. In questo contesto di incertezza dei mercati, il primo gesto di responsabilità nei confronti dei lavoratori di Termoli da parte di Stellantis sarebbe quello di mantenere la produzione del motore FIRE fino a quando non sarà garantita una reale alternativa.
L’annuncio della produzione del nuovo cambio eDCT, per noi, non è sufficiente a garantire l’occupazione per tutti».




