TERMOLI. Un ricordo in memoria di mio padre. La chiesetta di campagna… Martedì di Pasqua a Termoli.
Sono cresciuta celebrando e onorando questa Madonna, “A Madonn’ a’ llunghe”(Santuario di Santa Maria della Vittoria).
Mio padre ne era profondamente devoto, quasi la sentisse sua, data la vicinanza con la nostra casa. Era come una cappella privata. Del resto, parte del terreno dove si svolge la festa e si accampano i fedeli è di nostra proprietà, lasciata alla chiesa per il proseguo della celebrazione della festa. Anche gli ulivi e i bellissimi pini, che offrono ombra e riparo, sono stati piantati da mio padre.
Oggi mio padre non c’è più, né c’è Padre Luigi, che negli ultimi decenni aveva restituito nuova vita a questo Santuario della devozione cristiana della nostra città.
Mi mancano mio padre, la vecchia e originale chiesetta, e Padre Luigi. Ma conservo la devozione, i ricordi e il desiderio di continuare a celebrare…
Ricordo oggi come allora i rumori del trambusto che inizia già diversi giorni prima: la pulizia dell’area intorno al Santuario per accogliere i fedeli, la Santa Processione con l’arrivo dei pellegrini intorno alle 8 del mattino, i fedeli che percorrono a piedi il tragitto, le famiglie e i gruppi di ragazzi che si accampano sull’erba per i loro picnic.
Il ronzio dei camioncini dello street food, le bancarelle di giocattoli, il suono dei generatori di corrente. E ancora, il profumo delle noccioline tostate della famiglia Russo, dello zucchero filato e della carne alla brace.
Si respira un’atmosfera unica, fatta di festa e devozione, mescolata a polvere e al chiasso allegro dei partecipanti.
Mio padre già di prima mattina, mentre mamma si occupava di preparare e di prepararsi, andava a fare visita alla Madonna e poi subito passava a salutare tutti i suoi amici ambulanti, era molto conosciuto rispettato e ben voluto, acquistava da tutti qualcosa: pampanella, porchetta, scapece, noccioline e lupini, di tutto un po’ e poi, dritto a casa, dalla sua amata signora, la prima cosa che faceva entrando a casa diceva: “Gesù e Maria”, e mamma rispondeva: “Oggi e sempre” e … ed era festa!!!
Casa nostra era una casa aperta a tutti, chiunque era il benvenuto, uno stuzzico, un assaggino, un bicchiere di vino e così fino al tramonto.
Il nostro speciale martedì di Pasqua, si perché a Termoli non festeggiamo solo Pasqua e Pasquetta ma anche a Madonn’ a’ lunghe.
Ogni anno la festa si ripete, ed è confortante sapere che le tradizioni non muoiono mai. Sono radicate in noi e trasmesse ai nostri figli. Anche chi non è credente conserva queste tradizioni nel cuore.
Vorrei ricordare ancora una volta la campana che risuona sempre durante le celebrazioni. È un dono di mio padre, della famiglia Michele Di Pardo: una campana realizzata dalla Fonderia Marinelli di Agnone scelta dai miei genitori con cura, amore e devozione.
Ricordo il giorno della donazione. Prima di essere collocata nel campanile, ci fu una cerimonia di benedizione officiata dal Vescovo di allora.
La campana fu anche battezzata con il nome di “Assunta”. Io ero una bambina, ma ricordo perfettamente l’emozione di mio padre e di mia madre, sempre al suo fianco.
Da allora, la campana Assunta non ha mai smesso di suonare.
Ciao, papà. Ricordando te e le cose meravigliose che hai fatto, lascio tracce indelebili di un cuore grande e devoto. Un cuore che ha dato tanto, sempre in silenzio.
Questa testimonianza non è mai stata resa pubblica. L’hai fatto per pura devozione, con discrezione e semplicità. Oggi, a distanza di circa 46 anni, voglio ricordarlo io, per te e per ricordarti.
Carla Di Pardo