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mercoledì 21 Maggio 2025
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Romano abbandona il campo progressista: “Hanno svuotato tutto, tolgo il disturbo”

GUGLIONESI. A una settimana dalla presentazione delle liste, arriva la presa di posizione netta di Antonio Romano, già segretario del circolo Pd e assessore comunale, oggi semplice tesserato. La sua riflessione pubblica arriva all’indomani dell’uscita allo scoperto del candidato sindaco di “Guglionesi Progressista”, il progetto politico a cui Romano aveva inizialmente aderito con convinzione.

La sua è una critica più ampia, rivolta a una gestione politica poco lungimirante e ormai incapace di offrire un’alternativa seria e credibile. Romano non le manda a dire: parla di personalismi, giochi di potere, leadership assenti e una sinistra divisa che non riesce a rinnovarsi.

«Una classe politica fatta di persone che antepongono i propri interessi e la loro dimensione personale al bene di un progetto il più ampio possibile e condiviso è una classe politica mediocre e miope, lontana da un più nobile interesse: quello di un’intera Comunità.

Purtroppo, questo sta avvenendo all’interno dell’area di centrosinistra nel mio Comune, a una settimana dalla presentazione delle liste per una tornata elettorale nella quale si gioca il futuro dell’intera Comunità, dopo un lungo periodo di commissariamento dell’Ente, a seguito di una implosione interna al centrodestra dopo meno di un anno di attività amministrativa da parte di una classe dirigente che, dopo aver avuto la loro immeritata possibilità, hanno fallito.

Questo doveva essere il punto di partenza per costruire una forte opzione progressista, la più ampia possibile, anche al fine di semplificare il quadro politico e ridurre frammentazione e divisioni, per dare un riferimento e un’alternativa seria e coesa al recente passato.

Questo era, a mio parere, l’obiettivo su cui si è fondato e costituito il progetto di “Guglionesi Progressista”, al quale, sin dal primo momento, ho aderito insieme al mio partito con impegno e determinazione, senza tentennamenti.

Purtroppo, devo registrare che personalismi e fughe in avanti improntati sull’“io” e non sul “noi”, con il solito gioco delle tre carte, non hanno contribuito a tale obiettivo, creando confusione e divisioni ormai conclamate e irreversibili, sia all’interno del mio partito, il PD (che nonostante tutto sento ancora mio!!), sia nel progetto a cui ho aderito.

Ancora una volta si è buttata via l’acqua con tutto il bambino.

Il mio realismo, di fronte a questa situazione, mi porta a ritenere che il progetto si sia ridimensionato a un piccolo e risicato progettino, circoscritto a un perimetro incompleto, praticamente di nicchia, al servizio di pochi e strumentale alla sola visibilità politica, da censurare con forza.

Con un epilogo costruito da tempo a tavolino, e dall’esito scontato, si è arrivati a un atto autoritario dell’ultima ora da parte di una componente del tavolo riferita a Italia Viva, che ha rovesciato lo stesso tavolo proponendo i nomi dei candidati, in particolare il mio, che in una prima istanza aveva ricevuto più consensi rispetto agli altri, compreso l’ex candidato sindaco del giorno dopo la caduta dell’amministrazione Tomei.

Questo atto autoritario ha svuotato il contenitore di “Guglionesi Progressista”, facendo fuggire la componente dei 5 Stelle, fondamentale al progetto, e chiudendo la porta ad altri possibili interessati, con l’imbarazzato silenzio di alcuni esponenti del mio partito e dei cosiddetti “civici”.

Ancor più grave è il sostegno di un gruppetto di “compagniucci”, scappati di casa, legati da soli rapporti di parentela, amicizie, ecc., che nulla hanno a che fare con la politica, e poi tornati a sostenere il già candidato sindaco.

Questa è la verità dei fatti. E dovrebbe dirla e chiarirla all’opinione pubblica la segretaria del circolo PD, che nella costruzione del progetto ha mostrato una conduzione approssimativa e incerta, non da vero leader. Perché un vero leader, ad un certo punto, prende posizione e guida il partito, non rimane in mezzo e non si mette in fila a un risultato che probabilmente neanche lei gradisce.

A questo punto, la mia diretta conseguenza è riconsiderare il mio impegno in questo mediocre risultato, togliendo il disturbo, con la speranza che gli elettori facciano una pulizia totale di questi modesti personaggi.

Ad ogni modo, questa volta, a differenza delle precedenti, non giro la testa dall’altra parte. Per il bene che voglio alla mia Comunità, darò il mio modesto contributo per un vero rinnovamento della classe dirigente, soprattutto ai giovani, che hanno potenzialità inespresse e che vanno accompagnati e formati alla cultura politica.

A tal proposito, guardo con interesse a strutture associative politico-culturali che vanno incentivate e che hanno come primo obiettivo un vero e profondo rinnovamento.

È evidente che, in politica, se questo processo non riescono a portarlo avanti i partiti – perché non hanno saputo o voluto farlo – ci sono altri soggetti, con strutture partecipative fuori dai partiti, pronti a farlo.

Buona Pasqua a tutti».