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mercoledì 5 Novembre 2025
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Alfonso Marino: conosciamo il guardiano (reggente) del faro di Termoli

TERMOLI. Nel nostro immaginario collettivo, la figura del guardiano del faro ha sempre avuto un’aura romantica, quasi epica. Lo si immaginava solo, immerso nel silenzio, con il mare, le stelle e il vento come unici compagni. Una vita solitaria, certo, ma anche affascinante, capace di riecheggiare le fantasie marine della nostra infanzia. Oggi, però, con l’avvento delle tecnologie avanzate e delle moderne strumentazioni, quella figura dal misterioso fascino sta pian piano scomparendo. Non si parla più di “guardiano del faro”, ma di “reggente del faro”.

A Termoli, il faro si erge nel cuore del borgo antico, su un promontorio che domina il mare, e rimane ancora oggi un simbolo potente e suggestivo. Grazie alla disponibilità del Comando Zona Fari Taranto della Marina Militare, da cui dipende il faro termolese, abbiamo incontrato il Reggente del Faro di Termoli: l’Atn Alfonso Marino, Reggente del Faro e Segnalamenti Marittimi della Marina Militare per Termoli e le Isole Tremiti.

Lo abbiamo intervistato per scoprire la realtà di questo affascinante mestiere.

Dottor Marino, qual è il ruolo e quali sono le competenze di un reggente di faro, come quello di Termoli?

“Il ruolo del Reggente è quello di essere responsabile del funzionamento dei segnalamenti marittimi affidati alla propria Reggenza. Questo include la manutenzione degli impianti – fissi e galleggianti – degli edifici, dei manufatti e, se assegnati, anche di eventuali mezzi navali o terrestri. Nel mio caso, oltre al faro del borgo vecchio, mi occupo anche dei segnalamenti del porto di Termoli e delle Isole Tremiti. Le competenze tecniche si acquisiscono al termine di uno specifico corso tenuto presso l’Ufficio Tecnico dei Fari di La Spezia”.

Spesso i fari evocano l’idea dell’isolamento. Quanto c’è di vero in questo stereotipo?

“È vero che nel mondo esistono fari in luoghi completamente o parzialmente isolati, ma non è il caso del nostro. Il faro di Termoli si trova al centro del borgo antico, circondato dalla vita della città, da persone residenti, dai tanti turisti e attività ricettive. L’isolamento, qui, è solo un’idea romantica”.

Com’è una giornata tipo per il Reggente di un faro?

“Oggi il faro è completamente automatizzato. In caso di anomalie, il sistema invia istantaneamente notifiche di allarme a me e ad altri uffici. Un tempo il guardiano del faro accendeva manualmente la lampada, alimentata da bombole di acetilene. Ora abbiamo una fonte luminosa principale a Led e una secondaria di riserva, anch’essa a Led, che si attiva automaticamente in caso di guasto al fine di assicurare comunque sempre la continuità del servizio. Le attività quotidiane comprendono controlli visivi dell’impianto, piccole manutenzioni ordinarie, pratiche d’ufficio e spostamenti per ispezionare gli altri segnalamenti marittimi. Non è un lavoro monotono ma è molto dinamico e stimolante”.

Il mare può diventare insidioso, soprattutto con il maltempo. Questo rende più difficile il vostro lavoro?

“Non particolarmente, perché il faro continua a funzionare anche in condizioni meteo avverse. È vero che in certi casi può essere più complicato raggiungere i segnalamenti o effettuare interventi, ma il sistema è progettato per garantire la massima affidabilità, anche in emergenza. Il nostro faro, ad ottica fissa, è visibile fino a 15 miglia nautiche, cioè circa 28 km dalla costa”.

Cosa l’ha spinta a scegliere questa carriera e, in particolare, il ruolo di Reggente di un Faro militare? C’è ancora una “vocazione” per questo mestiere?

“Il reggente del faro, come il farista, è un dipendente del Ministero della Difesa con la qualifica di Assistente Tecnico Nautico (Atn). Io, già sottufficiale della Marina Militare, transitato all’impiego civile, sono persona conosciuta qui a Termoli perché precedentemente sono stato assegnato per 16 anni alla locale stazione meteorologica dell’Aeronautica Militare, situata presso il castello svevo.

Dopo la soppressione di quell’ente sono stato riassegnato alla Marina Militare perché la Direzione Marittima di Napoli ha deciso di riaprire questa Reggenza, che dal 2021 era passata sotto il controllo della Reggenza del vicino Faro di Vasto. Mi sento fortunato: svolgere questo prestigioso incarico per me è un motivo di orgoglio. Non riesco a spiegare a parole l’incomparabile piacevole emozione che provo quando quotidianamente sono in vetta al quadripode del nostro faro alto 19 metri e a 41 metri sul livello del mare. Non è un mestiere per tutti e posso dire con certezza che è un lavoro meraviglioso e stimolante”.

Quanto incide questo incarico sulla vita privata e familiare? Ha mai pensato di cambiare strada?

“Per me, qui a Termoli, è una situazione gestibile e non pesante. Ho scelto questo lavoro in piena sintonia con mia moglie. Abbiamo due bambine nate qui, che frequentano la scuola in città. Per norma, il Reggente del Faro deve risiedere sul luogo di lavoro per garantire la sorveglianza, il controllo e l’operatività dell’ente: dovremmo infatti trasferirci tutti qui, all’interno della sede. Non mi pesa affatto, anzi: considero un privilegio fare un lavoro che è anche una passione”.

Oggi i fari sono ancora fondamentali per la navigazione o rappresentano solo un patrimonio storico?

“Sono entrambe le cose. I fari sono indubbiamente un patrimonio storico e culturale e, al contempo, restano fondamentali per la sicurezza della navigazione. Il nostro faro, ad esempio, è indicato sull’elenco fari con il codice 3846. Ogni faro ha un proprio codice identificativo e una specifica caratteristica luminosa che consente ai naviganti di riconoscerlo secondo quanto riportato sui documenti nautici”.

In conclusione, ha un sogno nel cassetto all’interno del suo ufficio al faro?

“Sovente i turisti, incuriositi, mi chiedono notizie e informazioni di questo segnalamento; a me piacerebbe tanto avvicinare al nostro faro sempre più termolesi e studenti, ma anche la marineria locale, diportisti e tutto il mondo dello shipping, affinché possano apprezzarlo da vicino e conoscere la sua storia, le sue caratteristiche e la sua utilità ai naviganti. È un patrimonio che abbiamo nel cuore del borgo antico, e sarebbe bello valorizzarlo ulteriormente così. Sono disponibile, ovviamente previe autorizzazioni, a fornire informazioni e visite guidate per far scoprire a tutti questa realtà affascinante”.

Il faro di Termoli continua a vegliare sul mare e sulla città, come ha sempre fatto. Oggi lo fa grazie alla competenza e alla dedizione del Reggente Alfonso Marino, figura moderna di un mestiere antico che, pur cambiando forma, mantiene intatto il suo fascino. Un simbolo che unisce passato, presente e futuro, raccontando una storia di mare, tecnica e passione. Un sentito ringraziamento va all’Atn Alfonso Marino, Reggente del Faro e dei Segnalamenti Marittimi della Marina Militare di Termoli e delle Isole Tremiti. Un grazie particolare anche al comandante, Capitano di Fregata Miriam Fucci, al vicecomandante Luogotenente Dario Andrisani, e a tutto il comando della Marina Militare Marifari Taranto, per aver reso possibile questa intervista.  

Michele Trombetta