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venerdì 23 Maggio 2025
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«Il Papa è il Papa»: l’inizio del Conclave

TERMOLI-VATICANO. In queste ore gli occhi del mondo sono su Roma. Precisamente sul Vaticano. Zoomati sulla Cappella Sistina sormontata dal famoso comignolo. Da lì fra qualche ora si saprà il nome del nuovo papa.

Da giorni è partito il totopapa. Sembra lo sport preferito in questo scorcio primaverile. Sarà un progressista, sarà un conservatore. Continuerà lo stile di Francesco. Riporterà la chiesa ai tempi che furono. Tutte queste riflessioni sono deviate. Sono una trasposizione di un momento elettorale applicato all’elezione del papa. Sono inquinate da giudizi affrettati, da scarsa conoscenza del fatto religioso e da una superficialità di valutazioni troppo intellettualistiche.

Il Papa lo elegge lo Spirito Santo. Certo, avvalendosi della collaborazione, in questo caso, la prima volta così numeroso, di 133 cardinali elettori. Nei giorni scorsi durante i novendiali (nove giorni di preghiera per papa Francesco) si sono celebrate anche le Congregazioni generali durante le quali, in segretezza, i cardinali hanno cercato di conoscersi, di scambiare opinioni e di proporre candidati che rispondessero ai bisogni attuali della chiesa.

Tutto è stato fattoi secondo quanto recita ed indica la Costituzione Apostolica “Universi Dominici Gregis”, redatta da San Giovanni Paolo II nel 1996 e poi modificata da Benedetto XVI e da Papa Francesco. In essa si stabiliscono le norme da osservare “circa la vacanza della Sede apostolica e l’elezione del romano Pontefice”.

Il Papa è il Papa. Chiunque sarà proclamato come tale dalla Loggia centrale della Basilica di san Pietro sarà colui che guiderà, nei prossimi anni, il cammino della chiesa cattolica. Prenderà per mano questa Madre, di cui pure lui è figlio, e la condurrà nei sentieri della storia. Certamente oggi sono sentieri, accidentati, bombardati. Ci sono mari in tempesta pieni di barche con stipati sopra profughi, rifugiati. Ci sono terre martoriate e squarciate dai terremoti. C’è un’economia di guerra e c’è la guerra dei dazi. Insomma, sarà un compito difficile. Arduo. Tutto questo ha portato a dire un cardinale, nei giorni scorsi: “Se ci fosse qualcuno che desiderasse diventare papa è un suicida!”.

Attendiamo speranzosi la fumata bianca. Attendiamo che dalla Loggia si affacci un uomo vestito di bianco. Chiunque sia lo accoglieremo come dono, come profezia, come Padre, come il Santo Padre. Lo aiuteremo, lo sosterremo con la preghiera.

A piangere ci penserà lui. Da solo. È già stata preparata una stanzetta, nella Cappella Sistina, dove collocano tre abiti papali di diversa misura per tre tipologie di persone. Lì nel momento di vestirsi da papa si dice che pianga. Perciò l’hanno chiamata “la stanza delle lacrime”.

Don Benito Giorgetta