TERMOLI. Oggi, 9 maggio 2025, l’Italia celebra il Giorno della Memoria dedicato alle vittime del terrorismo interno e internazionale e delle stragi di tale matrice, istituito con la legge n. 56 del 4 maggio 2007. La data commemora il ritrovamento del corpo dell’onorevole Aldo Moro, ucciso dalle Brigate Rosse il 9 maggio 1978.
Alle ore 10:30, il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella deporrà una corona di fiori in via Caetani, a Roma, nel luogo dove venne rinvenuto il corpo dello statista democristiano. Successivamente, alle ore 11:00, si svolgerà nell’Aula della Camera dei Deputati la cerimonia ufficiale della giornata, alla presenza delle più alte cariche dello Stato. Interverranno il Presidente della Camera, il Presidente del Senato e il Capo dello Stato.
La giornata rappresenta un’occasione per ricordare non solo le vittime di atti terroristici, ma anche per riaffermare l’impegno dello Stato e della società nella difesa dei valori democratici, della libertà e della legalità.
In questa occasione, il pensiero va anche a Giulio Rivera, giovane agente di polizia originario di Guglionesi. Il 16 marzo 1978, Rivera perse la vita nell’agguato delle Brigate Rosse in via Fani a Roma, mentre faceva parte della scorta dell’onorevole Aldo Moro. In suo onore, l’Istituto Omnicomprensivo di Guglionesi è stato intitolato a lui, come riconoscimento del suo sacrificio e del suo impegno nella difesa dello Stato.
«Il 9 maggio 1978 l’Italia visse uno dei momenti più bui della sua storia repubblicana. Fu ritrovato, dopo 55 giorni di prigionia, il corpo esanime di Aldo Moro, segnando una ferita profonda nella coscienza civile del Paese- il messaggio del presidente della Regione Molise Francesco Roberti– In quel periodo, il Molise e la comunità di Guglionesi piansero la scomparsa dell’agente di Polizia di Stato, Giulio Rivera, componente della scorta di Aldo Moro, ucciso durante il rapimento dello statista. Giulio Rivera, insieme agli altri colleghi della scorta, rappresentarono quella generazione dei giovani dell’epoca, che avevano posto le proprie speranze e il proprio futuro nella loro opera di servizio al Paese.
A 47 anni di distanza, il nome di Aldo Moro resta simbolo di una politica alta, fondata sull’ascolto, sul dialogo e sulla responsabilità. Statista di rara intelligenza e sensibilità, Moro fu capace di immaginare un’Italia più coesa, in cui le differenze non fossero motivo di scontro ma occasione di confronto, sempre nel rispetto della persona e dei principi costituzionali. Nel ricordarlo, non celebriamo solo il leader politico, ma l’uomo che seppe anteporre il bene comune agli interessi di parte, con una visione della democrazia come costruzione paziente e condivisa.
La memoria di Aldo Moro non appartiene solo al passato. È un’eredità viva, che ci sollecita ogni giorno a custodire con coerenza i valori della Repubblica. Come rappresentanti delle istituzioni, sentiamo il dovere di tradurre quegli insegnamenti in impegno concreto, responsabile, lungimirante».