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domenica 18 Maggio 2025
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Carrese di Ururi, la sfida tra Giovani e Giovanotti si rinnova dopo quasi 150 anni

URURI. I carri addobbati a festa, rifulgenti con i loro colori biancoceleste e giallorosso, ieri sera, 2 maggio, si sono ritrovati ai piedi della Chiesa Madre, per ricevere la solenne benedizione.

E’ il momento in cui Ururi si immerge nel pathos della Corsa dei Carri di oggi.

Ancora una volta, i Carri si ritroveranno nella medesima Piazza Santa Maria e dopo le parole di rito del Parroco, inizieranno a dirigersi verso la linea di partenza tracciata all’altezza del “pino” posto in Contrada Bosco Pontone; i passi di uomini, buoi e cavalli diventeranno pesanti, quasi di piombo.

Giunti sul luogo di partenza ciascun carro sarà serrato da un adeguato numero di persone addette a gestire la partenza, con i due carri posizionati in senso opposto alla direzione di marcia.

Il silenzio è surreale, si percepisce il battito del cuore di ciascun partecipante; anche gli animali percepiscono la sacralità del momento: i cavalli scalpitano, i buoi muovono ritmicamente la coda.

Alla pronuncia della parola di rito del Sindaco: “GIRATE!”, ciascun carro compie una rotazione di 180 gradi e si lancia in corsa verso il traguardo.

I buoi si lanciano in uno scatto poderoso, un boato di grida liberatorie invade il tratturo fino al cielo;

i “toccatori” affiancano i buoi per inquadrarli e guidarli, i cavalieri serrano il carro per facilitarne la corsa.

Giunti in paese, il primo carro ha l’obbligo di imboccare Via del Piano per svoltare su Via Tanassi; il carro che segue è libero di seguirlo o procedere su Via Provinciale – Via Trinità e quindi incrociarsi con il carro che lo precede. “L’INCROCIO” quel luogo magico dove tanti sorpassi sono avvenuti nella storia della Corsa, a pochi metri dal traguardo, fissato all’imbocco di Via Commerciale che poi conduce alla Chiesa Madre, luogo sacro, dove appunto verrà premiato il vincitore con la “Bandiera”.

Un vessillo tricolore con impresse al centro le parole di costantiniana memoria “IN HOC SIGNO VINCES”. I tifosi, inebriati, accompagneranno il proprio carro lungo le vie del paese, in trionfo sulle note della marcia del “Piave”. Gli sconfitti, tornano a casa, mugugnando “ MOT DUKEMI POPA’”- ci vediamo l’anno prossimo.

Ancora una volta, Giovani e Giovanotti dopo quasi 150 anni, saranno i protagonisti di questa corsa.

A loro il merito di tenere viva questa tradizione, che a molti è visibile solo nel giorno del 3 maggio, ma che per gli addetti ai lavori, rappresenta un impegno costante, quotidiano e sacrificante e spesso ignorato.

Pietro Dilorenzo