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sabato 31 Maggio 2025
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Montelongo: la fede silenziosa della Madonna dell’Orniello

MONTELONGO. Ci sono luoghi in cui il cielo sembra chinarsi sulla terra in punta di piedi, senza clamore, parlando al cuore più che agli occhi.
Luoghi dove la fede non si misura con la folla dei pellegrini, ma con il silenzio delle generazioni che hanno custodito un segreto, una presenza, un segno.

In Italia, accanto ai grandi santuari mariani che il mondo intero conosce, esistono terre benedette da apparizioni meno note, ma non meno profonde. Sono le apparizioni che non hanno fatto rumore, che non sempre hanno ricevuto riconoscimenti ufficiali, ma che continuano a vivere nella preghiera del popolo, nei racconti dei nonni, nei gesti semplici della devozione quotidiana.

A Lourdes, Fatima, Medjugorje, accorrono ogni anno milioni di pellegrini. Ma anche nella nostra Italia la Madonna ha posato il suo sguardo materno su tante comunità: pensiamo alla Madonna delle Tre Fontane, apparsa a Bruno Cornacchiola in un angolo nascosto di Roma; alla Madonna Addolorata di Castelpetroso, che nel 1888 si mostrò a due contadine tra le rocce del Molise; o ancora alla Madonna del Buon Consiglio di Genazzano, e alle apparizioni di Montichiari, con la devozione alla Rosa Mistica.

Alcune di queste manifestazioni sono state riconosciute ufficialmente dalla Chiesa; altre, pur restando nel silenzio, hanno trovato dimora stabile nel cuore della gente.

E poi ci sono le apparizioni che non hanno mai cercato riconoscimenti né clamore, ma che hanno saputo accendere una luce che non si spegne. Tra queste, la storia della Madonna dell’Orniello a Montelongo è una delle più intense, struggenti e vive.

Tra gli anni Venti e Cinquanta del Novecento, in questo piccolo paese molisano, più persone raccontarono di aver visto la Madonna apparire in momenti e situazioni diverse, sempre legate a un luogo preciso: un orniello secolare, il cui tronco cavo sembrava accogliere la luce del cielo come un grembo. L’albero divenne per tutti il segno di una presenza misteriosa, discreta, ma reale. La Vergine non parlava a folle radunate, ma si mostrava nel silenzio, nella solitudine, nella preghiera.

Non fu mai aperta un’indagine ufficiale. Non vi furono proclami né riconoscimenti. Ma il popolo non dimenticò. Quelle apparizioni lasciarono dietro di sé una scia invisibile ma persistente: preghiere sussurrate, voti fatti in segreto, guarigioni inaspettate, cambiamenti interiori.

Quel tronco antico, nel tempo, divenne una sorta di altare naturale, un luogo in cui la terra e il cielo si sfioravano. La fede popolare gli si avvicinava con rispetto profondo, come ci si avvicina a qualcosa di sacro. E lì, ai piedi di quell’orniello, si tramandava di padre in figlio il racconto di una Madonna che non si era dimenticata del suo popolo.

Nel 1954, in occasione del grande Anno Mariano indetto da Papa Pio XII, la comunità di Montelongo sentì il desiderio di rispondere a quella grazia silenziosa con un gesto concreto: fu così che, con sacrifici e devozione, fu edificata una cappellina a pochi metri dal luogo delle apparizioni.

Da allora, ogni anno nel mese di maggio, si rinnova il rito dell’affidamento. Ogni sera, il popolo si raccoglie nella chiesina, con canti, rosari e fiori. E il 31 maggio, giorno conclusivo del mese mariano, l’intera comunità si stringe attorno all’altare per la celebrazione eucaristica e la supplica solenne alla Madonna dell’Orniello, affidandole le malattie del corpo, le ferite del cuore, le inquietudini del presente.

Eppure, anche la fede più radicata può essere messa alla prova. Nel 2022, un incendio improvviso distrusse l’antico orniello. Fu un dolore collettivo. Non era solo un albero, ma un testimone. Sembrò per un momento che anche la memoria potesse spegnersi.

Ma Dio sa sempre scrivere pagine nuove. Alcuni mesi dopo, dalle radici bruciate di quell’albero, nacque un piccolo germoglio. Un segno umile e potente, che molti riconobbero come un nuovo inizio. Il cielo, ancora una volta, si era chinato sulla terra. La Madonna, come una madre silenziosa, era rimasta accanto ai suoi figli.

E così, Montelongo continua a vivere la sua fede come un filo d’oro che attraversa le generazioni. Non ha un grande santuario né folle di turisti. Ma custodisce ancora, il mistero orante di un’apparizione che non smette di parlare.

E ogni volta che qualcuno si inginocchia nella cappellina sita in località Aia Pagliaio, o guarda quel piccolo germoglio che cresce, sa che la Madonna è ancora lì. Forse in silenzio, forse nascosta, ma presente. Come solo una Madre sa essere.