TERMOLI. Il decoro urbano: è una missione su cui siamo impegnati da tempo, come Termolionline. Abbiamo suggerito negli anni l’adozione di un regolamento ad hoc, che ancora non viene portato all’approvazione nel Consiglio comunale, ci sono ‘spezzoni’ di competenze in vari provvedimenti, manca, invece, il quadro d’insieme.
Allora, prendendo spunto anche da alcune criticità che continuano a emergere trasversalmente dai vari settori, riteniamo che occorra alzare l’asticella ancora di più, come?
Alla luce delle nuove attribuzioni e riorganizzazioni interni alla macchina comunale, meriterebbe maggiore e adeguata attenzione il settore dell’Ambiente, che rappresenta agli occhi dell’opinione pubblica la punta dell’iceberg ‘visibile’ dell’immagine cittadina.
Da qui, l’idea di raggruppare quelle funzioni e competenze che proprio possono indirizzarsi al miglioramento del volto della nostra città, magari istituendo un assessorato al Decoro Urbano, che possa ricomprendere anche la gestione del Patrimonio, per l’utilizzo vario del suolo pubblico, assieme ovviamente all’Ambiente.
Così com’è disciplinato attualmente, proprio l’aspetto “Green” rischia di essere residuale rispetto alla macrostruttura tecnica, con Urbanistica e Lavori pubblici.
Un assessorato al Decoro Urbano che possa avere anche l’approdo delle Guardie ecologiche, ora attivate dalla Polizia municipale, certo, occorrerebbe definirne prima proprio il ‘regolamento’, ma forse l’impulso di una scelta di indirizzo politico più ambiziosa potrebbe dare quella spinta decisiva per individuare traguardi diversi, che nell’ottica di una programmazione work in progress si individuano.
Anche perché, occorre dare seguito ed efficacia alle ordinanze che vengono emesse, come quelle che imporrebbero anche ai privati, ad esempio, di tenere pulite le proprie aree, disattese quasi sempre.
Vorremmo davvero che l’impegno per rendere più bella la nostra Termoli fosse collettivo, ciascuno per la propria parte, dal cittadino all’esercente, dal gestore di servizi affidati in appalto all’amministratore, così dando uno stimolo anche al turista o frequentatore abituale del territorio.
Perché non prevedere, dunque, una rivoluzione culturale ‘verde’?
Emanuele Bracone