GUGLIONEESI. Ci sono persone che non si limitano a osservare il mondo: lo catturano, lo trattengono, lo restituiscono agli altri più vivo, più vero, più profondo. Angelo Ciuffolo è una di queste. Nato e cresciuto a Guglionesi, fin da ragazzino ha coltivato uno sguardo diverso, curioso, pieno di meraviglia. Aveva circa 13 anni quando, navigando su internet, si è imbattuto in una moda dell’epoca: fotografi amatoriali che andavano in giro con le reflex al collo, a immortalare la vita. È bastato poco: la scintilla si è accesa. Da quel momento, non ha più smesso di cercare la bellezza.
E la bellezza, Angelo, la trova ovunque: nei volti, nei gesti, nei dettagli. La sua macchina fotografica non si limita a fissare un’immagine — racconta. Me ne accorsi anch’io anni fa, quando mi ritrasse in uno scatto in cui, davvero, traspariva tutta la mia anima. Un dono raro, il suo, che negli anni ha continuato a fiorire, fino ad abbracciare anche il mondo del video editing e della produzione video. Oggi Angelo è un video-maker a tutti gli effetti, e il suo lavoro parla da sé.
«Ho rotto così tanto le scatole ai miei», racconta con un sorriso, «che alla fine mi hanno regalato una Fujifilm bridge. Da lì è cominciato tutto». Portava la macchina ovunque, nello zaino, come fosse un’estensione del suo sguardo. Fotografava tutto: natura, amici, paesaggi, dettagli apparentemente insignificanti. Era un gioco, sì, ma anche una forma inconsapevole di espressione. A un certo punto ho capito che era il mio modo per comunicare. Quando le parole mancavano, parlavo con le immagini. Mi ricordo un episodio a 14-15 anni, dovevo andare a Staffoli. Avevo fatto un sogno: un cavallo scuro in gabbia, impaurito, che guardava fuori dalla finestra della stalla. Quella immagine mi rimase dentro. Quando arrivai a Staffoli, scattai una foto che riprendeva quel sentimento. Successivamente, qualcuno la psicanalizzò e mi disse che in quel sogno e nella foto c’erano simboli di grande forza interiore nascosta, e problemi quotidiani rappresentati dalla paglia. Quel momento mi fece capire quanto la fotografia potesse esprimere emozioni profonde, anche quelle che non riuscivo a spiegare a parole. Ho fatto anche un corso di fotografia a Pescara, ma solo per qualche mese. Poi ho preferito imparare da solo, guardando tutorial online e provando a emulare gli effetti che vedevo. Ho imparato a usare Photoshop da autodidatta, sperimentando. La tecnica è importante, ma a volte è meglio dimenticarla e lasciarsi guidare dalla luce e dall’istinto. Una silhouette scura in controluce può parlare molto più di una foto perfetta tecnicamente. Tre anni fa ho comprato un drone. Ho iniziato a usarlo per riprendere paesaggi, il mare, per vedere il mondo da un’altra prospettiva. Da lì sono passato al video editing, ispirandomi ai grandi del cinema. Nel mio video sulla processione di Sant’Adamo, ho voluto mantenere la semplicità e la forza delle immagini così come sono, senza troppe transizioni o effetti. La semplicità è ciò che colpisce di più».
Il suo ultimo lavoro è un omaggio vibrante e struggente alla festa patronale di Guglionesi, dedicata a Sant’Adamo. Un progetto nato quasi per destino, come racconta lui stesso:
«La proposta mi è arrivata come una palla al balzo. L’ho presa. Ho voluto creare qualcosa che restasse: un’impronta digitale di un’antica tradizione tramandata di generazione in generazione, un documento che non si perde, che resta anche quando noi non ci saremo più».
Il videoclip è accompagnato dal brano “Asteromata / Occhi stellati”, una musica carica di significato e memoria, come spiega nel testo di presentazione:
L’ultima sequenza del video è un pugno al cuore, dedicata a quegli amici che la vita ha portato via troppo presto.
«Magari in quel momento erano anche loro lì, a festeggiare con lui. Accanto a noi, in compagnia del nostro Santo».
Angelo non è solo un ragazzo appassionato di fotografia. È un narratore silenzioso, un artista del sentimento, un custode di emozioni che con luce e inquadrature racconta storie che vanno dritte al cuore. E lo fa con delicatezza, semplicità e verità.
«Parlare ai cuori è più difficile che parlare con le immagini», dice.
Eppure lui ci riesce. E quando ci riesci, hai già fatto molto di più di un buon lavoro.
«ASTEROMATA / ‘Occhi stellati’
È la colonna sonora che accompagna il videoclip della festa del Nostro Celeste Patrono.
Una preghiera più che un brano, ispirata al genocidio del Ponto in Grecia dopo la Prima Guerra Mondiale.
Rivolto a chi fu costretto a fuggire per sopravvivere, ad abbandonare le proprie radici, ma che si nutre della speranza di tornare.
Un messaggio solenne e sempre attuale, perché non si dimentichi mai la nostra identità e la memoria di chi non è più tra noi.
Come i nostri avi, che in tempi difficili ebbero la forza di lasciare la terra natia e migrare oltreoceano, accompagnati dalla fede nel Santo.
Ringrazio di cuore la Commissione di Sant’Adamo e il parroco Don Stefano Chimisso per la fiducia e l’opportunità di realizzare questo progetto.
Buona visione a tutti!».
Alberta Zulli
