TERMOLI. La Giunta comunale di Termoli ha approvato all’unanimità, nella seduta del 27 maggio 2025, la costituzione in giudizio dell’Ente dinanzi al Tribunale Amministrativo Regionale del Molise, in risposta al ricorso presentato dall’associazione Earth odv. L’oggetto della controversia è l’ordinanza sindacale n. 121 del 25 aprile 2025, con cui era stato disposto un intervento di controllo e contenimento selettivo dei cinghiali selvatici presenti allo stato brado nel territorio comunale.
La decisione della Giunta, formalizzata con la delibera n. 121, arriva a seguito della notifica del ricorso da parte di Earth odv, protocollato il 7 maggio scorso con n. 28400. L’associazione ha contestato la legittimità del provvedimento, ritenendolo viziato da profili di illegittimità, e ha chiesto la sospensione cautelare dello stesso. L’udienza per l’esame dell’istanza di sospensiva è fissata per il prossimo 4 giugno 2025, presso la sede del Tar Molise a Campobasso.
Secondo quanto riportato nel documento deliberativo, la Giunta ha ritenuto sussistenti “validi motivi di fatto e di diritto” per resistere in giudizio e difendere l’operato dell’Amministrazione, anche sulla base della relazione redatta dal Servizio Legale comunale. Il ricorso sarà seguito dall’avvocatura interna. La controversia si inserisce in un contesto sempre più acceso riguardante la gestione della fauna selvatica, in particolare dei cinghiali, la cui presenza in zone periurbane e agricole rappresenta un problema annoso. L’ordinanza impugnata, adottata dal sindaco Balice lo scorso aprile, intendeva rispondere proprio all’emergenza legata alla proliferazione incontrollata dei cinghiali, ritenuta potenzialmente pericolosa per l’incolumità pubblica, la sicurezza stradale e l’equilibrio ambientale.
Dall’altro lato, l’associazione Earth odv, attiva nel campo della tutela e del benessere animale, ha manifestato forti perplessità sulla liceità e proporzionalità del provvedimento, ritenendo che lo stesso violi norme di legge e principi in materia di protezione della fauna selvatica. Il ricorso mira quindi a ottenere l’annullamento dell’ordinanza, giudicata dall’associazione come una misura estrema, non preceduta da un adeguato piano alternativo non cruento.
Nel frattempo, il Comune si prepara a difendere le proprie ragioni in giudizio, forte di un’istruttoria interna che, secondo quanto si legge nella delibera, giustificherebbe pienamente l’intervento adottato. La vicenda si preannuncia complessa e potrebbe aprire un importante precedente in tema di gestione del rapporto tra amministrazioni pubbliche, tutela ambientale e diritti degli animali.