TERMOLI. L’afflusso di turisti in estate amplia le difficoltà di reggere la domanda di assistenza sanitaria nel basso Molise. Per il dottor Giancarlo Totaro «La carenza di organico in Guardia medica e 118 diventa un vero dramma per i pronti soccorso. In passato si è molto sottovalutato il problema della carenza di medici di guardia medica e 118.
Mancano molti medici nell’organico della Guardia Medica e questa è una notizia che non fa notizia così come la sede della guardia medica di Guglionesi che viene spostata a Termoli presso il “vecchio ospedale” dove è attualmente ubicato il medico in turno di Continuità Assistenziale. Sarebbe lunghissimo l’elenco delle sedi di guardia medica ormai ridotte al lumicino ma ormai il processo è irreversibile.
A cosa servirebbe sottolineare che presidi importanti come quello di Campomarino conta 1 solo medico titolare? Anzi in Molise esistono molte situazioni peggiori e più pesanti. Certo l’Asrem non è colpevole di tutta questa carenza di medici di guardia medica e di 118 ma certamente deve accelerare i tempi per una transizione del nuovo modello di assistenza territoriale come, per esempio, le case della salute e/o gli “ospedali di comunità”.
Non sono importanti quindi le carenze, in questo caso, ma il fatto che lo scarso interesse al servizio di Continuità assistenziale discende dalla sbagliata considerazione dell’importanza della funzione di servizio di base di assistenza sanitaria che dovrebbe funzionare da filtro per l’emergenza-urgenza non differibilità. Medici molto importanti, scarsamente retribuiti e con pochissime protezioni.
La mancanza di filtri adeguati è un errore enorme che il Servizio sanitario nazionale sta pagando a caro prezzo e che sta contribuendo ad intasare i pronti soccorsi che diventano l’unica certezza per un adeguata assistenza. La nuova organizzazione del territorio con nuove strutture operative h24 tarda a concretizzarsi mentre gli accessi ai Pronto soccorsi non si fermano ma anzi in questo periodo estivo tendono a raddoppiarsi perché comunque oberati da quel carico “improprio” di oltre il 90% degli accessi di codici bianchi e verdi che dovrebbero essere filtrati dalla medicina territoriale ben organizzata diffusa su tutto il territorio regionale».