CAMPOBASSO. Si è celebrata oggi, 19 giugno, la seconda udienza del processo a carico di Ennio Amorfino, il custode di Santa Croce di Magliano accusato dell’omicidio del bracciante bulgaro Rayko Todorov, ucciso a bastonate nei campi del paese nella notte tra il 7 e l’8 febbraio 2024. Il procedimento, apertosi lo scorso 6 giugno, si sta svolgendo davanti alla Corte d’Assise di Campobasso, presieduta dal giudice Enrico Di Dedda.
In aula sono stati ascoltati i primi testimoni della polizia giudiziaria: tre carabinieri della compagnia di Larino e un agente del commissariato di San Severo, intervenuti nelle ore immediatamente successive al delitto. Le loro testimonianze hanno contribuito a delineare i primi momenti dell’indagine, incentrata sull’ipotesi che Todorov si fosse trovato nel posto sbagliato al momento sbagliato, forse testimone involontario di un tentativo di furto.
In aula i difensori di Amorfino, Luigi Marinelli e Domenico Porrazzo, oltre all’avvocato di parte civile, Carmine Verde.
Secondo l’accusa, proprio questa circostanza avrebbe scatenato la reazione violenta dell’imputato. La difesa, tuttavia, contesta la sussistenza dei “futili motivi”, sostenendo che se Amorfino avesse agito per impedire un furto nel luogo che era incaricato di sorvegliare, la qualificazione giuridica del reato andrebbe rivista.
La prossima udienza è fissata per sabato 22 giugno, mentre la sentenza potrebbe arrivare entro l’estate, con due finestre temporali ipotizzate: luglio o settembre, a seconda dell’andamento del dibattimento e della calendarizzazione delle testimonianze chiave, tra cui quella del medico legale prevista per metà luglio.

