X
lunedì 25 Agosto 2025
Cerca

Palcoscenico di risate e identità: dieci anni con “I Di(a)lettanti”

GUGLIONESI. Il teatro dialettale ha una lunga e preziosa tradizione nel nostro territorio, e pochi esempi ne incarnano lo spirito e la vitalità come la compagnia “I Di(a)lettanti” di Guglionesi.

Tutto è cominciato con un piccolo sketch nel “Teatro di Paglia” di Guglionesi, nel 2013, ed è poi proseguito con un grande progetto culturale nato attorno al libricino Veglia funebre e altri racconti di Domenico Aceto, docente e scrittore locale, che ha saputo catturare nelle sue pagine la ricchezza della lingua e delle tradizioni guglionesane.

Da questo testo la compagnia ha tratto la spinta per creare spettacoli teatrali che non solo raccontano storie divertenti e toccanti, ma fanno rivivere il dialetto, rendendolo un veicolo di memoria e identità. Commedie come La Maga, tratta proprio dal libricino di Aceto, e altri titoli di successo come Veglia funebre, La Dote, Ciccantonio da Lupara, I Rzzll d na Vicchj tratto dall’opera di Nicolino Sorella e Non c’è due senza tre — quest’ultimo scritto direttamente dalla compagnia — hanno conquistato un pubblico sempre più ampio, facendo registrare il tutto esaurito in molte rappresentazioni al Teatro Fulvio di Guglionesi e non solo.

Simone D’Angelo, regista delle ultime produzioni, già in passato aveva descritto il teatro come un luogo speciale: «In teatro respiriamo la scena», un’esperienza unica che la compagnia riesce a trasmettere ad ogni spettacolo.

Dietro ogni rappresentazione, però, c’è soprattutto impegno, lavoro, costanza e dedizione. Gente che non fa l’attore per mestiere, ma che ogni volta che calca il palco lo fa con passione e voglia di fare bene. Avvicinare le persone al teatro non è mai facile, ma non è impossibile. Assistere a uno spettacolo in dialetto significa vivere un momento di aggregazione, perché il dialetto affonda le sue radici nel tempo. L’attaccamento alla terra e al luogo in cui si vive rende uomini e donne portatori di valori profondi e radicati.

Abbiamo avuto il piacere di incontrare alcuni dei protagonisti della compagnia: Fabio Marcantoni, presidente; Licia Lemme, vicepresidente e cofondatrice; Simone, regista; e Teresa Arielli, responsabile della comunicazione. Stare con loro ti fa davvero respirare aria di casa: tra una battuta e un aneddoto, le risate non sono mancate, soprattutto tra Simone e Fabio, che ci hanno rilasciato una bella intervista piena di entusiasmo e amore per questo progetto.

Teresa Arielli ci ha raccontato:

«Dieci anni di attività sono un traguardo che abbiamo avuto l’orgoglio di raggiungere, ma non senza sforzi. È per questo che mi preme sottolineare l’importanza della passione e dell’impegno che i ragazzi della compagnia hanno investito in questo progetto. Crediamo fortemente nell’importanza della cultura del dialetto e delle nostre radici, e abbiamo scelto di utilizzare il teatro e le commedie teatrali per tramandarle nel tempo. I risultati, ad oggi, sono stati grandiosi e non abbiamo alcuna intenzione di fermarci. Anzi, l’obiettivo è quello di crescere e lavorare su nuovi ed ambiziosi progetti, con la stessa dedizione che fino ad oggi ci ha contraddistinto, augurandoci risultati ancora più entusiasmanti!»

Licia Lemme ha aggiunto con commozione:

«Un grazie particolare va al nostro carissimo prof. Domenico Aceto. La nostra compagnia nasce con lui e per merito suo, grazie alla sua passione travolgente per la tradizione, il dialetto e i racconti degni di essere ricordati. Siamo onoratissimi di aver interpretato quattro dei suoi bellissimi racconti: Veglia funebre, La dote, Ciccantonio da Lupara e La maga. Non ci stancheremo mai di ringraziarlo per averci dato la possibilità di creare eventi che resteranno nella storia di Guglionesi, grazie alla sua collaborazione costante e piena di passione. È un esempio di orgoglio per noi e per il nostro paese, una persona colta e umile che ci ha sopportato e guidato con pazienza, soprattutto nelle sere d’inverno a provare e riprovare, aggiungendo e modificando il copione fino all’ultimo momento. Una persona veramente speciale. Senza di lui, la compagnia I Di(a)lettanti non sarebbe esistita».

Un’unione vincente tra un’arte antichissima dalle mille sfaccettature e il fulcro dell’identità orale di una comunità, che va preservato. Perché, come dicono Fabio e Simone, «il teatro dialettale è un valore aggiunto della comunità guglionesana».

La sfida più grande è ora quella di avvicinare i bambini e i ragazzi al mondo teatrale, promuovendo un necessario ricambio generazionale.

Un decennio di passione, risate, emozioni e cultura popolare, che rappresenta un patrimonio prezioso per tutto il territorio e che guarda con fiducia ai prossimi anni.

Non ci resta che aspettare il prossimo spettacolo, certi che sapranno sorprenderci ancora una volta.

Alberta Zulli