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lunedì 25 Agosto 2025
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Lavoro e libertà nell’era dell’Intelligenza artificiale: la quinta rivoluzione industriale e il dossier Stellantis

TERMOLI. TERMOLI. Uomo e lavoro nella quinta rivoluzione industriale: a Termoli un confronto ad alta intensità tra filosofia, politica e impresa, con sfondo Stellantis.

Dove si colloca oggi l’uomo nell’epoca dell’intelligenza artificiale? Quale valore assume il lavoro in un mondo attraversato da conflitti globali, transizioni ecologiche, spopolamento e innovazione tecnologica? Sono queste le domande al centro dell’incontro pubblico “Work in Progress: l’uomo e il lavoro al tempo della quinta rivoluzione industriale”, promosso dall’associazione culturale e civica Liberi di Costruire, svoltosi presso l’Auditorium comunale di Termoli.

Un momento di confronto profondo, articolato, che ha visto protagonisti relatori di livello nazionale: Lorenzo Malagola, deputato di Fratelli d’Italia e segretario della Commissione Lavoro alla Camera dei Deputati; Giovanni Maddalena, professore ordinario di Filosofia Teoretica all’Università del Molise e fondatore dell’associazione Un Paese per Giovani; e Giuseppe Manca, responsabile delle Risorse Umane di Stellantis Italia, con una lunga esperienza nella gestione delle relazioni industriali in uno dei più grandi gruppi automobilistici europei. Intervenuti coi saluti di rito istituzionali, il sindaco di Termoli, Nico Balice, il presidente della Giunta regionale del Molise, Francesco Roberti e la deputata di Fdi, Elisabetta Lancellotta.

Tra i presenti in platea, il consigliere comunale Agostino De Fenza, tra gli organizzatori dell’evento, c’erano il presidente del Consiglio comunale Annibale Ciarniello, gli assessori Enrico Miele, Mariella Vaino, Paola Cecchi, i consiglieri Nicola Felice, Vincenzo Sabella, Alberto Montano e Salvatore Di Brino, oltre alle rappresentanze sindacali di Uilm, Usb e Fiom.

L’introduzione di Giuseppe Giacca: “Recuperare il senso personale del lavoro”

A introdurre i lavori è stato Giuseppe Giacca, ingegnere e presidente di Liberi di Costruire, in veste anche di moderatore della serata. Il suo intervento ha tracciato fin da subito il profilo del tema: «Viviamo un’epoca in cui la velocità del cambiamento sembra lasciarci senza fiato. L’informazione corre più veloce della riflessione, e il lavoro rischia di perdere la sua dimensione personale, quella che nasce dai nostri talenti, desideri, aspirazioni».

Giacca ha evidenziato come eventi esterni, dalla guerra dei dazi ai conflitti in Ucraina e a Gaza, passando per l’inflazione e il calo demografico, finiscano per marginalizzare l’individuo: «La nostra iniziativa personale appare schiacciata. Ma proprio per questo dobbiamo chiederci: come possiamo non soccombere? Come possiamo ritrovare nel lavoro una strada per costruire, non solo per sopravvivere?».

I saluti istituzionali: “I giovani tornino, il Molise ha bisogno di loro”

A seguire, i saluti istituzionali. Il sindaco di Termoli, Nico Balice, ha posto con forza il tema del ritorno dei talenti: «Abbiamo giovani che vanno fuori a studiare, ed è giusto. Ma è altrettanto giusto creare qui le condizioni per il loro ritorno. Senza di loro, questo territorio si svuota non solo economicamente, ma anche di futuro e di senso».

Dello stesso avviso Francesco Roberti, presidente della Regione Molise, che ha insistito sulla necessità di un equilibrio tra tecnologia e umanità: «La quinta rivoluzione industriale – ha spiegato – non è solo automazione, ma integrazione tra uomo e macchina. Tuttavia, per affrontare la sfida, dobbiamo colmare le lacune infrastrutturali delle aree interne, combattere lo spopolamento e investire in servizi».

Infine, Elisabetta Lancellotta, deputata molisana di Fratelli d’Italia, ha ricordato i progressi occupazionali raggiunti: «Abbiamo superato i 10 milioni di donne occupate e toccato il minimo storico della disoccupazione giovanile. Ora dobbiamo investire nei territori e trattenere i talenti. La filiera istituzionale è compatta nel sostenere il Molise in questa fase di trasformazione».

Maddalena: “Il lavoro come gesto e mobilitazione della realtà secondo un ideale”

Il primo intervento tematico è stato affidato a Giovanni Maddalena, uno dei maggiori studiosi europei del pragmatismo americano, che ha saputo fondere il rigore accademico con un approccio pratico e coinvolgente. «Che cos’è il lavoro? È mobilitare la realtà secondo un ideale. È dare forma a qualcosa che ancora non c’è, attraverso azioni che abbiano un significato. Il lavoro è gesto, non solo produzione».

Maddalena ha spiegato come l’intelligenza artificiale abbia sì sostituito alcune mansioni intellettive, ma solo quelle ripetitive: «Scrivere un contratto, compilare una tabella, fare una sintesi. Ma tutto ciò che è creativo, normativo, responsabile – dalla bellezza alla decisione etica – resta e resterà umano. L’IA non può decidere cosa è giusto o bello, non può assumersi la responsabilità di un errore».

Ha poi ricordato che i veri lavori in crisi sono quelli svuotati di significato: «Se il lavoro è solo alienazione, sarà sostituito. Se invece è partecipazione, ideazione, gesto condiviso, allora è irrinunciabile». Maddalena ha anche citato l’esperienza di Un Paese per Giovani, realtà molisana che aiuta i giovani a trovare percorsi di formazione e inserimento lavorativo: «Anche qui il lavoro è relazione e costruzione. È un’opera».

Malagola: “Serve una politica forte per difendere libertà e democrazia”

Il deputato Lorenzo Malagola ha offerto una lettura politica e antropologica della trasformazione in atto. «La quinta rivoluzione industriale è paragonabile all’invenzione dell’elettricità per portata. Ma ciò che cambia davvero è il nostro rapporto con il lavoro. Le nuove generazioni non cercano solo stipendio o carriera: chiedono libertà, flessibilità, senso».

Per Malagola, la vera sfida non è solo occupazionale ma democratica: «Se la politica abdica al proprio ruolo, saranno altri poteri – la finanza, le multinazionali – a governare questa transizione. Ma l’algoritmo non è una persona. La persona è relazione, mistero, coscienza. E la politica ha il dovere di tutelare tutto questo».

Il parlamentare ha ricordato il recente iter della legge sulla partecipazione dei lavoratori alla gestione d’impresa, di cui è stato relatore: «È una legge nata da una proposta di iniziativa popolare promossa dalla CISL, che il Parlamento ha approvato con il contributo di tutte le forze politiche. È un piccolo passo verso una nuova alleanza tra capitale e lavoro, tra impresa e persone».

Manca: “Lavoro è squadra, non solo talento. E lo smart working non basta”

A chiudere gli interventi è stato Giuseppe Manca, capo delle risorse umane di Stellantis Italia, che ha riportato al centro il punto di vista dell’industria e dei lavoratori. «La vera sfida oggi non è solo l’IA. È la convergenza tra transizione ecologica, crisi energetica, mercato instabile e necessità di innovare. Noi in Stellantis abbiamo dovuto rivedere i piani industriali e reintrodurre l’ibrido, perché il mercato non segue l’ideologia, ma la domanda reale».

Manca ha anche lanciato una riflessione critica sul concetto di “talento”: «Negli ultimi anni si è parlato tanto di “talenti da valorizzare”, ma un’impresa funziona se c’è anche chi porta il pallone, chi difende, chi fa squadra. Servono tutti. E serve che i giovani non cerchino solo flessibilità, ma anche responsabilità».

Sullo smart working, l’HR director di Stellantis è stato netto: «Durante il Covid ha salvato molte aziende, ma oggi si rivela alienante. Per costruire senso di appartenenza serve tornare in presenza, lavorare insieme, interagire. Solo così l’azienda cresce davvero. La tecnologia è un mezzo, non un fine».

Conclusione: “La responsabilità è di tutti”

A chiudere l’evento è tornato l’ing. Giuseppe Giacca, ribadendo lo spirito dell’iniziativa: «Quello che ci portiamo a casa da questa serata è una parola: responsabilità. Responsabilità nel lavoro, che non può ridursi a mera funzione. Responsabilità della politica, chiamata a guidare il cambiamento. Responsabilità dell’impresa, che deve tornare ad essere spazio di relazione e comunità. Ma anche nostra, come cittadini, come persone che scelgono, votano, partecipano».

L’associazione Liberi di Costruire ha annunciato che il dibattito non si fermerà qui. All’uscita dell’evento, i partecipanti hanno ricevuto un volantino con un QR code per iscriversi a una mailing list, restare in contatto e partecipare alle prossime iniziative.

In un mondo che corre, il tempo per fermarsi a pensare – e a scegliere – è un atto rivoluzionario. E Termoli, per una sera, si è trasformata in uno di questi luoghi rari, dove la parola “lavoro” è tornata a significare libertà, relazione, costruzione.

Emanuele Bracone