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venerdì 20 Giugno 2025
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«Dato politico importante, ma la sconfitta sul quorum al Referendum è stata provocata da un ‘disegno osceno’»

TERMOLI. Marcella Stumpo (Rete della Sinistra-Termoli Bene Comune), non ha dubbi, quella del Referendum 2025 è una sconfitta provocata. «E così il quorum non è stato raggiunto: noi tutti aderenti al Comitato regionale per il Sì ai Referendum eravamo in fondo consapevoli di una possibile conclusione del genere, ma la esorcizzavamo con l’entusiasmo; e abbiamo testardamente sperato, lavorato fino ai limiti dell’impossibile e lottato per contrastare il disegno osceno e dichiarato del governo di centrodestra: far fallire i referendum con l’astensione, le menzogne e la disinformazione.

Come Termoli Bene Comune-Rete della Sinistra vogliamo per prima cosa ringraziare tutti coloro, e in primis la Cgil, che hanno reso possibile questo percorso esaltante, anche se non vittorioso: tornare nelle piazze (l’unico luogo naturale per una sinistra vera), incontrare i cittadini, discutere, argomentare, confrontarsi, spiegare, informare sono state attività condivise con allegria e passione, momenti di rivendicazione dei diritti, consapevolezza di star facendo qualcosa di indispensabile e di bello. E questo non ha prezzo, e val bene la fatica, l’irritazione per certe risposte assurde, la stanchezza di ripetere per tante e tante volte gli stessi concetti.

Se è presto per analizzare fino in fondo i perché e i come di questa sconfitta, una cosa la possiamo già dire, perché è un banale dato numerico: hanno votato 14 milioni di italiani, e i Sì sono stati 12,5 milioni per i 4 referendum sul lavoro. Dunque, 200.000 voti più di quelli raccolti da Meloni e Co. nel 2022…

L’obiettivo giuridico non è stato raggiunto, ma un dato politico importante è stato espresso, innegabilmente.

Ciò su cui invece come sinistra dovremo interrogarci a lungo è quel 30% di no al quesito sulla cittadinanza, perché appare evidente che anche chi si schiera per i diritti sul lavoro non è convinto di dover allargare quelli sull’essere cittadino italiano. Sarà un tema da approfondire parlando e lavorando molto sul territorio.

Ma valeva comunque la pena lavorare tanto, valeva la pena esserci: perché chiedevamo di ripristinare diritti, di allargarli, di tutelarli. Perché parlavamo di futuro. Chiedevamo ai cittadini di votare per esprimere la loro opinione, cioè di esercitare nel modo più bello e diretto la sovranità popolare. Quello che sancisce la Costituzione, dunque; quello che la Presidente del Consiglio e i suoi hanno dimostrato nei fatti di disprezzare, invitando in modo ossessivo all’astensione; calpestando così i sacrifici e il sangue versato ottant’anni fa per restituirci quel diritto al voto che in questo mese è stato irriso e ritenuto superfluo da chi ci governa.

Valeva la pena darsi da fare anche e soprattutto perché abbiamo lavorato fianco a fianco con tante realtà partitiche e associative diverse, e ci siamo resi conto così che allora è possibile stare insieme, è possibile costruire una realtà multiforme unita dalla volontà comune e ferma di difendere e attuare la Costituzione, e farlo con uno sguardo di sinistra: ai più indifesi, agli sfruttati, ai nuovi schiavi, a chi resta straniero per la legge anche se nato qui. Da qui vogliamo ripartire, per non perdere quel capitale umano miracolosamente costituitosi nei tanti pomeriggi nelle strade e nelle piazze. Da questo voto referendario, da questo quorum non raggiunto, deve partire la rivolta contro un sistema che ancora una volta getta la maschera e non si vergogna di esortare i cittadini a non esserlo più, rinunciando al voto. Perché è tanto più comodo governare pecore che rinunciano a dire la loro… Noi proveremo a cambiarlo, questo sistema; con due luci guida, come sempre: la Costituzione e l’Antifascismo».

Il presidente dell’Anpi Termoli, Roberto Carluccio: «Come Anpi, siamo orgogliosi di aver partecipato attivamente a questa campagna referendaria e di averci creduto fino in fondo. Perché fino in fondo crediamo nella libertà. E il lavoro, su cui si fonda la nostra costituzione, è lo strumento per vivere dignitosamente una vita libera, esente da quei ricatti e vessazioni che da anni la fanno da padrone nel mondo del lavoro stesso precarizzandolo, sottopagandolo e lasciandolo senza tutele. Abbiamo sostenuto questi referendum perché difendono i diritti dei cittadini, tutti, specialmente quelli più deboli e che si tende a far diventare invisibili. Abbiamo aderito a questa campagna proprio seguendo le basi su cui è costruita la nostra costituzione, che è una carta principalmente votata alla tutela dei diritti dei cittadini. Diritti che ormai in pochi si sono arrogati, ricoprendo il popolo di doveri, doveri che invece i nostri governanti non ritengono più di dover rispettare. Al di là del risultato, noi non vogliamo parlare di sconfitte o di vittorie ma vogliamo parlare del forte movimento creatosi e del proficuo lavoro svolto insieme ad altri movimenti e partiti politici uniti nel voler contrastare la deriva reazionaria in cui ci sta trascinando questo governo che tra l’altro si è dimostrato indegno nel boicottare uno strumento democratico come il referendum. Noi vogliamo lavorare per la libertà, che non è quella parola senza senso contenuta nel binomio “patria e libertà” sbandierata dalle destre, ma la libertà che significa Partecipazione, Eguaglianza, Inclusione, Solidarietà».