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giovedì 12 Giugno 2025
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Dopo il ‘battiquorum’, reazioni dal comitato del Sì

TERMOLI. Il quorum non è stato raggiunto, nonostante l’impegno profuso. Abbiamo contattato alcuni componenti del Comitato del Sì, per raccogliere riflessioni e commenti a latere dell’esito referendario. Per Patrizia Manzo: «Vorrei ringraziare pubblicamente tutti coloro che si sono spesi per informare i cittadini sui motivi del Sì ai quesiti referendari e a tutti i votanti che hanno partecipato.

Il Referendum è la più alta forma di partecipazione e di democrazia diretta prevista dalla nostra Costituzione. È un processo in base al quale l’elettore può sostituirsi al proprio rappresentante istituzionale e decidere se abrogare una norma o parte di essa.

Sono una convinta sostenitrice dell’abolizione del quorum, non richiesto nelle elezioni elettive e nei referendum confermativi delle modifiche costituzionali. In assenza di quorum anche i No sarebbero costretti a motivare le loro posizioni rispetto a un quesito e ci sarebbe maggiore informazione, più partecipazione e senso civico.

In questo caso, occorre portare rispetto agli oltre 15 milioni di partecipanti che hanno chiesto più dignità sul lavoro, più sicurezza e l’abrogazione del jobs act in passato, quest’ultimo, motivo di campagna elettorale del centro destra anni fa.

Per fare qualche confronto numerico, basti pensare che questo governo ottenne poco più di 12 milioni di voti. Se fossi nei panni degli esponenti di centro destra darei valore a questo risultato portando rispetto ai quasi 13 milioni di elettori, secondo una mia stima provvisoria sui 15 milioni di votanti – lo spoglio è ancora in corso – che hanno detto basta a un lavoro povero».

Domenico Palazzo, consigliere federale di Europa Verde/AVS: «Non siamo affatto soddisfatti del mancato raggiungimento del quorum e il dato ci rammarica”, ma aggiunge “oltre dieci milioni di italiani (dato provvisorio skytg24) hanno votato sì ai primi 4 quesiti e quasi otto (dato provvisorio skytg24) hanno votato sì al quesito sulla cittadinanza. Con i dati definitivi si può arrivare potenzialmente a 12,5 milioni di italiani che hanno votato SÌ ai primi 4 quesiti: non si può non tenere conto della loro opinione”. I dati per la regione Molise meritano una discussione a parte “mi aspettavo un’affluenza più bassa rispetto alla media nazionale. D’altronde la nostra regione è intrisa dal clientelismo del centrodestra e dall’astensionismo dei disillusi. Noi ce l’abbiamo messa tutta e continueremo a portare avanti la difesa dei diritti civili anche per chi non si è recato alle urne. Un’ultima riflessione su sindacati e campo largo: la Cgil è stata trainante in questa campagna referendaria, riunendo le altre associazioni e gli esponenti di partito in strade e piazze. vedere il PD, il M5S e AVS in piazza per i 5 Si è stata una grande soddisfazione, soprattutto perché in Molise il M5S sì è schierato apertamente anche sulla cittadinanza. Però spesso è trascurato il contributo delle reti civiche e della sinistra piu schierata, a cominciare da Rifondazione Comunista: bisogna guardare anche a loro nella costruzione del campo largo».

Importante il contributo di Sabrina Del Pozzo, che a San Giacomo degli Schiavoni ha avuto un riscontro interessante: «Prendiamo atto dell’obiettivo non raggiunto e cioè di raggiungere il quorum per cambiare leggi ingiuste da anni, che voglio ribadire sono leggi di sinistra e di destra. Prendiamo però anche atto che sono stati milioni le persone che hanno votato e anche per il sì. Questo significa che la strada è quella giusta. Una lotta dal basso insieme a tante realtà e associazioni, una rete che vogliamo continuare a costruire e far crescere. Come già dichiarato l’idea che il lavoro oggi è la vera emergenza e che deve restare al centro del dibattito che deve trasformarsi in azioni resta ed è da qui che ripartiamo.  Dal sindacato che è presente nei posti di lavoro ma anche nelle piazze e in tutti i luoghi dove i diritti e la dignità delle persone sono in pericolo. Siamo milioni e questo non può farci fermare. Sono stati mesi difficili ma è ciò che dobbiamo fare: difendere il lavoro, restituire la parola ai lavoratori e alle lavoratrici e provare a contribuire nel riuscire a rendere questo Paese più giusto».