TERMOLI. Snorkeling, una disciplina che non ha nulla di agonistico (o quasi), ma che affacina e che permette di scoprire le bellezze della biodiversità marina, come ci ha permesso di condividere Domenico D’Ascanio.
«Luglio. Il sole picchia gentile sulle spalle, il mare è una lastra increspata di turchese. Maschera, boccaglio, un respiro profondo. La superficie si dissolve, lasciando posto a un mondo ovattato, limpido e vibrante».
In quel regno sommerso, compare un piccolo banco di Salpe, pesci erbivori dal corpo slanciato e argenteo, screziato da riflessi gialli che danzano con la luce filtrata dall’alto. Scivolano come frecce leggere tra le alghe ondeggianti, il loro moto sincronizzato trasforma lo spazio in una coreografia naturale.
Poco più in là, ecco il Sarago, elegante solitario dall’occhio vigile. Si muove con prudenza tra le rocce, sovrano discreto delle cavità marine. Il suo corpo compatto e le bande scure lo rendono maestro del mimetismo, custode silenzioso del fondale.
Ogni dettaglio è una storia: un riccio che si nasconde, un’anemone che vibra al passaggio, il flusso ritmico della corrente che sussurra segreti millenari. Lo snorkeling diventa così un viaggio contemplativo, una piccola avventura che ci riporta al battito antico della vita marina.