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giovedì 17 Luglio 2025
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«Bobo, un dono prezioso al servizio degli altri»

TERMOLI. Si sono celebrati questa mattina nella chiesa dei Santi Pietro e Paolo a Termoli i funerali di Colombo “Bobo” Vincenzi, storico cuoco, ristoratore e figura amatissima in città e dintorni. Tantissime persone – familiari, amici, colleghi, clienti affezionati e semplici cittadini – hanno voluto essere presenti per accompagnarlo nel suo ultimo viaggio, in un clima di profonda commozione e sincero affetto.

Durante l’omelia, il parroco ha invitato tutti a vivere questo momento di dolore come un passaggio di speranza:

«La vita è un dono prezioso, e il dono più bello è quello della paternità, che ci insegna l’amore e la responsabilità. Vivere la vita come un dono, come ha fatto Bobo, significa anche lasciarsi guidare da Dio nel servizio agli altri».

Poi ha aggiunto: «Dio non dimentica nessuno dei nostri gesti buoni, nemmeno i più piccoli. Anche una ricetta condivisa, anche un sorriso donato a tavola, diventano memoria viva. E oggi, Bobo è nelle mani di quel Dio che perdona, che accoglie, e che conduce alla vita vera».

Bobo Vincenzi aveva 74 anni. Nato a Rimini, era arrivato in Molise da giovane, seguendo il padre, anche lui ristoratore. A Guglionesi aveva trovato la sua casa, e qui – nel 1990 – aveva aperto insieme all’amata moglie Rita Santo il celebre ristorante “Ribò” (da Rita e Bobo), diventato negli anni un punto fermo della cucina molisana.

Non c’è Bobo senza Rita, e non c’è Rita senza Bobo. Questa semplice verità racconta molto di più di una coppia: di un legame profondo, fatto di differenze e contrasti, ma tenuto insieme da un amore vero, dal rispetto e dalla stima reciproca. Il “Ribò” non era solo un ristorante, ma il frutto di un patto d’amore e di una visione condivisa.

Più che chef, Bobo si definiva cuoco. Anticonformista, ironico, appassionato, ha raccontato il Molise con i suoi piatti, valorizzando prodotti locali e tradizioni spesso ignorate o dimenticate. Dietro a ogni piatto c’era una cura meticolosa e una passione autentica per il territorio.

La comunità termolese e quella di Guglionesi lo ricordano come un uomo gentile, sempre pronto a una parola, a un consiglio, a una battuta. La sua presenza era familiare per tutti, e la sua cucina era un racconto di identità e amore.

«Oggi non perdiamo solo un cuoco — ha detto un amico — ma un pezzo della nostra storia. Anche se non siederà più alla sua cucina, continueremo a sentirlo in ogni piatto che parla di amore e autenticità».

All’uscita del feretro, l’amico Stefano Leone, ha salutato per l’ultima volta l’amico Bobo, imbracciando la fisarmonica, e suonando per lui “Banidiera rossa”.

Bobo Vincenzi si è ricongiunto con Rita, sua amata moglie, venuta a mancare cinque anni fa. Ora insieme condividono quell’eternità che hanno onorato nella vita terrena. E forse, lassù, già si diffonde il profumo di una tavola imbandita, dove l’amore resta il sapore più vero.