X
giovedì 17 Luglio 2025
Cerca

«Caldo eccessivo e persone senza dimora in difficoltà», il vadamecum della “Città invisibile”

TERMOLI. Durante l’estate, le città si trasformano in ambienti ostili per chi vive in strada. Le temperature estreme, l’assenza di ombra e fontane pubbliche, e l’aumento di fenomeni meteorologici violenti rendono la vita all’aperto ancora più difficile e pericolosa. A questo si sommano fattori sociali ed economici che aggravano la situazione: molte persone si spostano verso le zone costiere in cerca di lavoro stagionale nel turismo o in agricoltura, mentre gli sfratti aumentano, soprattutto nel mercato degli affitti privati, rendendo sempre più difficile trovare una sistemazione stabile. Anche i disturbi legati alla salute mentale tendono a peggiorare nei mesi estivi, contribuendo a una spirale di disagio che può portare o mantenere una persona in condizione di grave marginalità.

In questo contesto, può capitare a chiunque di imbattersi in una persona in evidente difficoltà per strada. Lo sottolinea “La Città invisibile”.

Non esiste una formula magica o una procedura standard per intervenire, perché ogni situazione è unica e spesso frutto di una complessa rete di cause. Tuttavia, ci sono alcune azioni semplici e consapevoli che possiamo mettere in atto per offrire un primo supporto, con rispetto e umanità.

La prima cosa da fare è osservare con attenzione e ascoltare. Avvicinarsi con delicatezza, senza invadenza, può fare la differenza. Un saluto, una domanda gentile come “Hai bisogno di qualcosa?” o “Posso aiutarti in qualche modo?” possono aprire un dialogo e far sentire l’altra persona vista e riconosciuta. È importante non dare per scontato nulla: non tutte le persone in strada vogliono o possono accettare aiuto, e il rispetto della loro volontà è fondamentale.

Se la persona manifesta un bisogno concreto — acqua, cibo, un’informazione — possiamo intervenire direttamente, se ne abbiamo la possibilità. Portare una bottiglietta d’acqua fresca, indicare un luogo dove trovare riparo o un servizio attivo sul territorio può essere un gesto semplice ma prezioso. In caso di situazioni più gravi, come malesseri fisici evidenti o stati di forte alterazione, è importante contattare i servizi di emergenza (112 o 118) o segnalare la situazione a enti locali che si occupano di grave marginalità, come unità di strada, centri di accoglienza o servizi sociali.

Infine, è utile informarsi in anticipo sui servizi attivi nella propria città o quartiere: sapere dove si trovano le mense, i dormitori, i centri di ascolto o le fontane pubbliche può renderci più efficaci nel momento in cui vogliamo aiutare. Alcune associazioni pubblicano mappe aggiornate dei servizi essenziali, e molte realtà locali sono disponibili a fornire indicazioni anche via telefono o social.

Incontrare una persona in difficoltà in strada può metterci di fronte a sentimenti contrastanti: impotenza, disagio, rabbia, compassione. Ma anche un piccolo gesto, fatto con consapevolezza e rispetto, può contribuire a costruire una città più accogliente e solidale. Raccontateci le vostre esperienze: vi è mai capitato di aiutare qualcuno in strada? Come vi siete sentiti? Condividere è il primo passo per imparare insieme.