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sabato 2 Agosto 2025
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Dirigenti scolastici, anche se in causa col Ministero deve ‘stare’ in graduatoria

CAMPOBASSO. Seppure in presenza di una causa pendente contro il Ministero, la candidata di un concorso per dirigenti scolastici ha il diritto all’inserimento nella graduatoria, perché ancora nei termini per impugnare un’eventuale sentenza negativa. Lo ha sancito il Tar del Lazio.

Il Tar Lazio – Sezione IV Quater, ha accolto il ricorso presentato da una candidata esclusa ingiustamente dalla procedura straordinaria di reclutamento dei Dirigenti scolastici, prevista dal D.M. 107/2023, riconoscendo il suo diritto all’inserimento nella graduatoria dei Dirigenti scolastici.

La ricorrente aveva partecipato al concorso indetto con il Decreto del Direttore Generale del Miur n. 1259 del 23 novembre 2017 risultando idonea ma non vincitrice, e aveva avviato nei termini di legge un ricorso contro l’esito della prova orale. Come lei altri candidati si erano trovati nella stessa situazione, idonei ma non vincitori, per questo ricorrenti in giudizio. Per dare una seconda possibilità a questi candidati era stata varata una legge, la n. 14 del 24 febbraio 2023, n. 14. che prevedeva la loro partecipazione alla procedura ad hoc per il reclutamento straordinario del personale dirigenziale scolastico di cui al D.M. n.107/2023, con un corso di formazione e una prova finale, cioè coloro che avessero, alla data del 28 febbraio 2023, un giudizio pendente relativo all’impugnazione delle prove scritte/orali del citato concorso, indetto nel 2017. La candidata aveva partecipato al corso e fatto la prova finale, ma la pubblica amministrazione l’aveva comunque esclusa, ritenendo non sussistente il requisito della “pendenza del giudizio” al 28 febbraio 2023, con una lettura eccessivamente restrittiva del quadro normativo e processuale, perché la candidata naveva avuto una sentenza negativa che non aveva ancora impugnato, soprassedendo sul fatto che la stessa avesse in realtà sei mesi di tempo per farlo. La candidata, dunque, tramite lo studio legale Iacovino e associati, aveva chiesto l’intervento dei giudici amministrativi per la sua infondata esclusione dal bando.

Il Tar così ha riconosciuto il fondamento delle sue censure difensive, sottolineando un principio di diritto di assoluta rilevanza processuale e dirimente ai fini del merito: la pendenza di un giudizio sussiste fino alla scadenza dei termini per proporre appello, anche in presenza di una sentenza sfavorevole in primo grado. Un’interpretazione costituzionalmente orientata, coerente con le finalità deflattive volute dal legislatore e rispettosa del principio di parità di trattamento tra candidati.

Grazie a questa decisione, la ricorrente potrà ora essere inserita nella graduatoria definitiva dei dirigenti scolastici, con possibilità concreta di accedere al ruolo.

Una sentenza che non solo restituisce giustizia a una singola persona, ma contribuisce a orientare correttamente l’interpretazione del diritto in un settore – quello del reclutamento scolastico – spesso teatro di contenziosi e incertezze normative.

Esprimono soddisfazione gli avvocati Vincenzo Iacovino e Vincenzo Fiorini, dello studio legale Iacovino & associati, per aver sostenuto e valorizzato l’interpretazione letterale e sistematica delle norme, delle regole processuali e della giurisprudenza a tutela dei diritti della loro assistita.

Soddisfatta anche la candidata che ha creduto in una giustizia amministrativa capace di ascoltare e correggere gli errori, per garantire a tutti pari opportunità e trasparenza.