LARINO. Nella provincia di Sondrio, un fine settimana intenso ha visto protagoniste riflessioni profonde su temi di grande rilevanza, intrecciando natura, memoria storica e analisi criminologica. Al Rifugio San Bernardo, l’Associazione Logos, guidata da Roberto Stevan, ha ospitato un incontro in cui il criminologo Vincenzo Musacchio ha messo sotto i riflettori alcune delle dinamiche più intricate della criminalità organizzata contemporanea. Il cuore dell’evento, tenutosi il 27 luglio, ha focalizzato l’attenzione sul tema “Memoria bellica tra dinamiche criminali e globali”. Musacchio, docente specializzato in strategie di contrasto alla criminalità organizzata transnazionale presso il Riacs di Newark, ha offerto una panoramica approfondita sulla correlazione tra guerre e mafie, evidenziando il pesante impatto sociale ed economico determinato dalle attività di queste ultime.
Durante il suo intervento, il criminologo ha esaminato le strutture mafiose emergenti nei contesti di guerra, soffermandosi sul loro coinvolgimento nel narcotraffico e nelle complesse dinamiche geopolitiche connesse alle crisi globali. La moderazione del dibattito, curata dal giornalista Claudio Micalizio, ha ulteriormente arricchito l’analisi concentrandosi su tematiche di recente attualità. Un punto cruciale dell’intervento di Musacchio è stata la descrizione di come le organizzazioni mafiose sfruttino i conflitti armati per incrementare i loro profitti. Dall’edilizia alla ricostruzione, passando per il narcotraffico e il commercio illegale di armi e medicinali, fino al commercio e allo sfruttamento di profughi e vittime di guerra: il loro operato s’insinua in ogni settore. Con preoccupazione ha rilevato che i migranti, nel tentativo disperato di fuggire dai conflitti, si trovano spesso nella condizione di pagare costi esorbitanti per lasciare i territori devastati. Musacchio ha spiegato che le mafie moderne agiscono su scala globale, integrandosi nei mercati internazionali e influenzando persino equilibri geopolitici.
Questi gruppi criminali non si limitano più al crimine tradizionale ma penetrano profondamente nelle sfere economiche, finanziarie, istituzionali e infrastrutturali. In alcuni casi si muovono come attori diplomatici, incidendo, direttamente o indirettamente, sui grandi fenomeni geopolitici. Ha inoltre evidenziato come le organizzazioni mafiose approfittino delle sanzioni economiche che colpiscono Stati in guerra, offrendo beni e servizi in situazioni dove gli embarghi li rendono insufficienti. A tal proposito, il criminologo ha posto l’accento sulla necessità di abbandonare il termine “infiltrazione” per descrivere l’azione delle mafie nei contesti globali, preferendo invece parlare di vera e propria “integrazione”. Ha poi illustrato come strategie collaborative tra mafie italiane e internazionali si siano consolidate nel tempo, creando reti operative tra clan appartenenti a diversi Paesi. In Italia la ‘ndrangheta mantiene il primato, seguita da camorra, mafia siciliana e pugliese. Sul fronte internazionale si distinguono per efficienza e forza economico-militare gruppi albanesi, nigeriani, cinesi e russi.
Terminando il suo intervento, Musacchio ha suggerito un approccio strategico multidimensionale per contrastare le moderne organizzazioni criminali transnazionali. A suo parere, è indispensabile agire prima di tutto sul piano culturale per prevenire e smantellare le loro basi. In seguito, è necessario utilizzare collaboratori di giustizia e tecnologie avanzate per colpirle direttamente nelle loro strutture interne, privarle della risorsa economica che trae forza dalla corruzione e recidere i legami con le zone grigie che agevolano i loro affari più oscuri. Questi passaggi sono essenziali per contrastare le mafie di oggi.
Vincenzo Musacchio, criminologo, docente di strategie di lotta alla criminalità organizzata transnazionale, associato al Rutgers Institute on Anti-Corruption Studies (RIACS) di Newark (Stati Uniti). Attualmente, è ricercatore indipendente e membro ordinario dell’Alta Scuola di Studi Strategici sulla Criminalità Organizzata del Royal United Services Institute di Londra.