CAMPOBASSO. È stata pubblicata la nuova Classifica Censis delle Università italiane 2025/2026, un appuntamento ormai consolidato da oltre 25 anni che supporta l’orientamento di migliaia di studenti alle prese con la scelta del proprio percorso accademico. L’analisi del Censis si basa su una batteria di 962 variabili e prende in considerazione fattori come strutture, servizi, borse di studio, comunicazione, digitalizzazione, internazionalizzazione e occupabilità. Gli atenei sono suddivisi in categorie omogenee per dimensione: mega, grandi, medi, piccoli, politecnici e università non statali.
Nella sezione dedicata ai piccoli atenei statali (fino a 10.000 iscritti), l’Università del Molise si colloca in ultima posizione, con un punteggio complessivo di 79,0. A precederla ci sono l’Università di Teramo (81,3), la Basilicata (82,5), e la Mediterranea di Reggio Calabria (84,3). In vetta alla classifica figura l’Università di Camerino, che raggiunge un punteggio record di 96,0, seguita da Cassino (89,0) e Tuscia (88,3).
Oltre alla valutazione degli atenei, il Censis fornisce anche il ranking dei corsi di laurea triennale, a ciclo unico e magistrali, considerando la progressione di carriera degli studenti e la proiezione internazionale dei percorsi formativi. Complessivamente, sono 70 le graduatorie pubblicate.
Aumentano le immatricolazioni
Secondo i dati provvisori dell’Anagrafe Nazionale degli Studenti Universitari, l’anno accademico 2024/2025 registra un aumento del 5,3% degli immatricolati rispetto a marzo 2024. La crescita più marcata si osserva nelle regioni centrali (+14,0%), seguite dal Sud (+6,1%), mentre nel Nord l’incremento è più contenuto: +2,0% nel Nord-Est e -0,9% nel Nord-Ovest.
La distribuzione per aree disciplinari vede al primo posto l’area Giuridica, economica e sociale (35,4% delle immatricolazioni), seguita dalle discipline STEM (28,6%), dall’area Sanitaria e Agro-Veterinaria (18,4%) e infine dall’area Artistica, letteraria ed educazione (17,6%).
I trend di lungo periodo
Dal 2000 a oggi, le immatricolazioni sono cresciute del 21,3%, con un’espansione significativa nei settori scientifico-tecnologico e sanitario. Particolarmente rilevante l’aumento dei corsi di scienze motorie (+224,9%) e dei percorsi in ingegneria industriale e dell’informazione (+55,1%). Sul piano del gender gap, emergono trend interessanti: le donne crescono nettamente nei settori scientifici, ad esempio in ingegneria industriale (+173,6% contro +35% degli uomini), mentre i corsi di informatica e ICT restano a prevalenza maschile.
In leggera crescita anche l’area artistico-letteraria (+2,6%), soprattutto grazie all’interesse femminile per arte e design (+29,4%), mentre calano le iscrizioni nel settore linguistico, in particolare tra le donne.