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sabato 2 Agosto 2025
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ViviLarino: «Liscione-Occhito, invasi comunicanti, ma serve mettere in sicurezza il nostro territorio»

Foto Guerino Trivisonno

LARINO. Tiene ancora banco il progetto che unirebbe gli invasi di Liscione e Occhito, a intervenire è stata l’associazione ViviLarino: «In questi ultimi mesi si è parlato tanto di una questione che tocca da vicino tutti noi molisani: l’acqua del nostro territorio. Perché l’acqua che usiamo ogni giorno per bere, lavare, irrigare i campi non è infinita. E pare che una parte di quella che abbiamo… potrebbe finire in Puglia.

E allora, la domanda che sorge spontanea è: ma ne abbiamo davvero così tanta da poterla dare via?

La risposta, purtroppo, è no. E il problema non è solo nostro.

Il Molise, come tante altre regioni italiane, sta vivendo una crisi idrica. Le dighe, come quella del Liscione e dell’Occhito, sono piene a metà o meno. Ma non solo per colpa della siccità: il fondo si è alzato per anni di fango e detriti, e così la capienza si è ridotta. In pratica, piove poco e raccogliamo pure meno. In più, i tubi e le condotte perdono litri su litri per strada, un sistema vecchio che fatica a reggere.

Nel frattempo, molti comuni molisani stanno già facendo i conti con razionamenti e chiusure notturne dell’acqua. È un campanello d’allarme che non si può ignorare.

E proprio mentre anche noi facciamo i conti con queste difficoltà, arriva dalla Puglia una richiesta: poter usare una parte dell’acqua del Liscione, che – dicono – oggi finisce sprecata in mare. In sostanza, la Puglia vorrebbe convogliare quell’acqua verso l’invaso dell’Occhito (che già serve anche loro) e da lì portarla fino ai propri potabilizzatori.

Il presidente pugliese, Emiliano, assicura che non si vuole “rubare” nulla, anzi: si tratterebbe di un accordo tra Regioni, con possibili vantaggi per entrambe.

La risposta del presidente della Regione, Francesco Roberti, è stata chiara: prima sistemiamo le nostre infrastrutture e mettiamo al sicuro i molisani, poi si può anche parlare di aiutare i vicini.

In pratica, il Molise non dice no a prescindere. Ma chiede garanzie: investimenti per dragare le dighe (cioè svuotarle dal fango per aumentare la capacità), rifare i canali e sistemare le pompe. Inoltre, vuole che venga riconosciuto un ristoro economico per l’acqua ceduta, come succede in altri casi.

Dalla parte di chi chiede più prudenza c’è anche l’opposizione che ha chiesto di fermare tutto fino a quando non si capisce quanta acqua possiamo davvero dare senza danneggiare i nostri cittadini, le aziende, l’agricoltura.

Qui non si tratta di essere egoisti o campanilisti. Si tratta di capire cosa è giusto fare, per noi e per chi verrà dopo. L’acqua non è infinita. Il clima cambia, le estati sono più lunghe e più secche, e se non interveniamo adesso, tra dieci anni potremmo trovarci a litigare per ogni goccia.

Per noi di ViviLarino va bene ragionare con spirito di collaborazione, ma solo se prima mettiamo in sicurezza il nostro territorio. E soprattutto se i cittadini molisani vengono ascoltati e coinvolti, perché l’acqua è anche loro. Non decidono solo i palazzi».