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venerdì 18 Luglio 2025
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Violenza domestica e atti persecutori: altre due misure cautelari

CAMPOBASSO. La Procura della Repubblica presso il Tribunale di Campobasso ha reso noto oggi, tramite un comunicato stampa, l’esecuzione di due importanti misure cautelari avvenute nella giornata di mercoledì 16 luglio 2025. Le operazioni, coordinate dalla stessa Procura, si inseriscono in un’intensa attività di contrasto alla violenza di genere, una tipologia delittuosa in costante aumento nel distretto.

Il primo intervento ha visto i Carabinieri della Stazione di Campobasso dare esecuzione a un’ordinanza emessa dal Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di Campobasso. Oggetto della misura cautelare è un 39enne di Campobasso, gravemente indiziato del reato di atti persecutori nei confronti della sua ex compagna convivente, una 36enne anch’ella campobassana. Le condotte dell’indagato, caratterizzate da violenze psicologiche e poi fisiche, minacce e ingiurie, hanno costretto la donna a ricorrere più volte alle cure del pronto soccorso ospedaliero. Un tale crescendo di violenza ha generato nella vittima un fondato timore per la propria incolumità e un perdurante stato d’ansia, al punto da costringerla ad alterare radicalmente le proprie abitudini di vita per timore di incontrarlo. La misura applicata prevede il “Divieto di avvicinamento alla persona offesa e ai luoghi da essa frequentati, con obbligo di mantenere una distanza di 500 metri, applicazione del dispositivo del braccialetto elettronico con eventuale applicazione dell’ulteriore divieto di dimora in Provincia di Campobasso in caso di rifiuto di quest’ultimo”. L’attività investigativa dei Carabinieri, coordinata dalla Procura, ha permesso di ricostruire i fatti anche grazie agli elementi probatori forniti dalla vittima.

Nel pomeriggio della stessa giornata, la Polizia di Stato di Campobasso ha eseguito un’Ordinanza di Applicazione della Misura Cautelare dell'”Allontanamento dalla casa familiare con divieto di avvicinamento alle persone offese con applicazione del braccialetto elettronico di controllo”. La misura, emessa dal Tribunale di Campobasso – Ufficio del GIP su richiesta della Procura della Repubblica, ha riguardato un 30enne del capoluogo, ritenuto responsabile di maltrattamenti in famiglia nei confronti della compagna 40enne. Nel corso degli ultimi mesi, l’indagato aveva sottoposto la donna a reiterate violenze sia verbali che fisiche, anche in presenza della figlioletta di pochi mesi. La vittima, per paura e vergogna, non aveva mai denunciato prima tali episodi. In un recente episodio, avvenuto lo scorso 30 giugno, dopo aver subito violente percosse in presenza della figlia, la donna aveva richiesto l’intervento chiamando il numero di emergenza 113, salvo poi richiamare chiedendo di revocare la richiesta d’aiuto. Nonostante la revoca, gli operatori della Polizia di Stato, intuendo la gravità dei fatti e il pericolo di una reiterazione delle violenze, hanno dato seguito alla prima richiesta di intervento, riscontrando in casa uno stato di tensione e paura in cui versavano la donna e la bambina, mentre l’indagato si era già allontanato. Le accurate indagini di Polizia Giudiziaria, svolte dal personale della Sezione Reati contro la Persona della Squadra Mobile della Questura di Campobasso e dirette dal Pn titolare delle indagini, hanno permesso di supportare la richiesta al Giudice per le Indagini Preliminari di Campobasso per l’emissione di una misura cautelare idonea a preservare la vittima da ulteriori soprusi. La misura è stata eseguita dalla Squadra Mobile, che ha rintracciato l’indagato nell’immediatezza.

La Procura della Repubblica, nella figura del Procuratore della Repubblica facente funzioni, Elisa Sabusco, sottolinea l’importanza di un puntuale contrasto a queste condotte, anche al fine di prevenire che sfocino in tipologie delittuose più gravi. Nel corso di quest’anno, infatti, sono già stati trattati oltre 40 “Codici Rossi” dalle Forze di Polizia del distretto, con numerose misure cautelari disposte dal Gip su richiesta della Procura. I procedimenti sono attualmente nella fase delle indagini preliminari, durante la quale i rispettivi indagati potranno esperire, nell’ottica difensiva, tutti i rimedi processuali previsti dal codice di rito.