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giovedì 17 Luglio 2025
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A Maria Carmela Mugnano il premio “Efesto” per il Teatro

Foto di Angelica Ausilia Giadone

TERMOLI. Nel suggestivo scenario del Cortile Platamone di Catania, la dodicesima edizione del Premio Letterario Efesto ha celebrato la cultura come atto di memoria e partecipazione, regalando al pubblico una serata intensa e ricca di emozioni. Tra i momenti più significativi, spicca il riconoscimento assegnato a Maria Carmela Mugnano, autrice termolese premiata ex aequo nella sezione Teatro – dedicata alla grande Mariella Lo Giudice – per il suo testo “Frammenti d’amore”.

L’opera ha colpito la giuria per la sua delicatezza narrativa e la capacità di restituire, attraverso una scrittura intima e profonda, le sfumature più complesse dell’animo umano. Mugnano ha saputo raccontare l’amore non come sentimento assoluto, ma come frammento, come eco di relazioni vissute, perdute o mai del tutto comprese, offrendo al pubblico un teatro che non si impone con la voce, ma che conquista con il silenzio e la verità.

Il Premio Efesto, ideato dal magistrato e scrittore Santino Mirabella, si conferma così come un punto di riferimento nel panorama letterario nazionale, capace di unire tradizione e contemporaneità, accogliendo voci provenienti da tutta Italia e anche dall’estero, come dimostrano le presenze da Canada e Brasile.

La cerimonia, condotta da Rachele Patanè e Federico Mirabella, ha alternato momenti di premiazione a performance artistiche e interventi di forte impatto emotivo, come il monologo su Giovanni Falcone scritto e interpretato dal pubblico ministero Tiziana Laudani, e l’intervento dell’associazione Spazio Terzo, composta da giovani psicologi impegnati nella promozione sociale. In questo contesto, il riconoscimento a Maria Carmela Mugnano assume un valore ancora più profondo: è il segno di un teatro che cura, che ascolta, che si fa spazio tra le pieghe della quotidianità per restituire senso e bellezza. Un premio che non celebra solo il talento, ma anche la capacità di toccare corde universali con autenticità e grazia.

Di seguito, la recensione sul Premio Efesto, eccezionalmente realizzata proprio da Maria Carmela Mugnano.

  … E la regione dell’Etna e di Efesto sita dirimpetto a Cartagine,  e madre dei monti Siculi, a quanto sento spicca per le sue corone agonali… (Euripide, Le Troiane)

Premio Nazionale “Efesto – Città di Catania”, XII Edizione                   

Vengono da molto lontano i fermenti culturali e artistici che animano il territorio etneo… ma anche da molto vicino: proprio da quel profilo maestoso e familiare, inconfondibilmente stagliato in un orizzonte talmente prossimo su cui lo sguardo non può che rimbalzare in vari momenti della giornata, e che ti dice che ‘a muntagna è lì.  È lì con una possanza viva che ha disseminato nel tempo indelebili tracce di sé, e chiede rispetto e memoria del luogo di cui si condivide la vita, ma rassicura sempre con la sua presenza che imprime certezza.

E l’Etna è la presenza maestosa e palpitante in tutti gli aspetti della vita del territorio, e  scambia battiti e respiri con chi l’ama, in una circolarità che può diventare anima immanente e trascendente nel pensiero e nell’arte, come un magma creativo che si sprigiona dalle sue viscere per giungere a destinazione. Ma non prima che fuoco e terra si siano fusi col cielo in un superbo tentativo di  assalto alle stelle:  ‘Su le rupi abbronzite, Etna nel mezzo le sue spalle dilata… ed or le stelle co’ terribili massi insulta e sfida…’ (Claudio  Claudiano, De raptus Proserpinae).

Ma quella che pare una sfida non nasconderà un desiderio di ricongiungimento,  a  ricordare che  la ninfa Etna, da cui  ‘a muntagna prende il nome, è stata generata  da Gea e Urano, che personificano terra e cielo?

Comunque sia, questo spirito, dono che il vulcano partorisce dalla terra e va a fondersi con le visioni dell’aria e della volta celeste, si diffonde creativamente nel territorio in innumerevoli rivoli di progetti culturali, artistici, teatrali, a far fiorire  un patrimonio storico, esaltato dalle  “vulcaniche” personalità di uomini e donne di cultura. 

Santino Mirabella  è a pieno titolo uno di questi: Giudice presso il Tribunale di Catania,   poeta, romanziere, saggista, narratore,  Presidente dell’Associazione Culturale  Efesto,  ha ideato e istituito il Premio Nazionale Efesto – Città di Catania, che è stato insignito in passato della Medaglia della Presidenza della Repubblica e di quella della Camera dei Deputati, e che da dodici anni è alla ribalta della scena culturale catanese,  e culmina in un  evento conclusivo di premiazione e di spettacolo a cui, in alcune edizioni, ho avuto l’onore di partecipare  e di ricevere premi importanti: quest’anno il terzo premio ex aequo per il teatro.

Nel nome del Premio Efesto c’è un simbolico tributo all’ Etna nelle cui viscere, secondo  il mito greco, si trovava la grande fucina di Efesto, fabbro degli dei ed egli stesso dio del fuoco, che può distruggere, ma se sapientemente utilizzato, è creatore di grande bellezza  e incredibili meraviglie.

Con questo richiamo al valore e alla bellezza del “fuoco creativo”, il Premio  viene organizzato e realizzato con un imponente lavoro, animato dal profondo amore  per la cultura e per la Città, che porta sul palco, nel ruolo di Giurati delle varie sezioni di partecipazione, o in qualità di ospiti, grandi personalità del territorio.

Infatti, nato per  rendere omaggio  alla figura del compianto  Edo Gari,  magistrato e grande amante del teatro, a cui è intitolata la sezione Poesia,  il Premio Efesto  vuole onorare altri illustri catanesi, come  Micio Tempio,  poeta della seconda metà del ‘700 a cui è dedicata la sezione Poesia comica;  Ercole Patti, scrittore, giornalista e drammaturgo nato nei  primi anni del ‘900, che dà il nome alla sezione Racconti brevi;  Mariella Lo Giudice,  grande e indimenticata attrice, a cui è intitolata la sezione Teatro;  Franco Battiato, il cui nome è ovviamente legato alla sezione Musica.

Quest’anno la premiazione – la  sera del 28 giugno nello spazio  magico  del Cortile Platamone del Palazzo della Cultura – ha avuto due giovani e brillanti presentatori, Federico Mirabella e Rachele Patanè, ma è  stato il Presidente che ha voluto introdurre   personalmente quello che è stato un momento di grande  commozione e di profonda riflessione per tutto il pubblico presente : un monologo su Giovanni Falcone di Tiziana Laudani, Pubblico Ministero e intensa Autrice e interprete di parole scolpite nell’animo.

Il monologo, teso  a  delineare le vicende professionali e l’esempio di vita del magistrato palermitano, affinché diventino Memoria per la collettività e siano  un faro che   illumini nel presente e nel futuro la coscienza di intere generazioni, è un alto esempio di Cultura come conoscenza morale che riguarda i valori universali della società.  

E anche l’intervento dell’Associazione Spazio Terzo, composta da psicologi che promuovono la creazione di uno spazio “altro”  dinamico,  di incontro, riflessione, scambio fra individui per una crescita comune, ci parla del ruolo fondamentale della Cultura, che forma, educa e aggrega gli individui della collettività.

Si esce dal Palazzo della Cultura,  e inevitabilmente i passi ci portano in  piazza Duomo, con la stupenda cornice della Basilica di S.Agata e dei capolavori architettonici che la racchiudono come una magica e suggestiva quinta teatrale.

L’attenzione non può che concentrarsi sui pannelli del progetto grafico dell’artista  Salvo Ligama  che raccontano la Città in divenire.

E colpisce immediatamente la raffigurazione stilizzata dell’Etna nel pieno di un’eruzione, in cui linee grafiche e colore esaltano le vie del fuoco che dal vulcano esplodono nell’aria… e su tutto domina a caratteri cubitali la parola ‘mother’.

Ed ecco rappresentata nella sua essenza ‘a muntagna’, madre da sempre e per sempre di questo territorioa cui ha donato l’imponente  traccia lungo la quale  poter riannodare una storia fiorente e una gloriosa tradizione di corone agonali, che vengono perpetuate nel presente intrecciandosi a valori universali,  e alle storie, ai sogni e ai  progetti dei suoi figli.