TERMOLI. Nino Barone è pittore, architetto, docente, ma soprattutto sperimentatore instancabile e intellettuale militante. Oggi in pensione, resta una figura centrale nel panorama culturale molisano. Ex docente di discipline geometriche e architettoniche al liceo Artistico “Benito Jacovitti” di Termoli – di cui è stato anche dirigente per molti anni – Barone ha saputo coniugare il rigore dell’insegnamento con la libertà dell’arte concettuale, costruendo un percorso artistico e umano che intreccia segno, colore e coscienza critica. Lo abbiamo incontrato all’inaugurazione della Nuova Officina Solare, aperta per tutto il mese di luglio in Corso Nazionale 12, dove ancora una volta si è confermato protagonista attivo della scena artistica locale.
Dalla fondazione del “Gruppo Solare” alle numerose collettive nazionali e internazionali, passando per laboratori giovanili, performance sociali e battaglie civiche per la trasparenza nelle scelte urbanistiche, Barone ha sempre messo l’arte al servizio dell’impegno civile. La sua pittura si distingue per strutture logiche rigorose, segni archetipici e frequenze cromatiche che sfidano lo sguardo e invitano alla riflessione: un’arte che non si limita a rappresentare, ma che interroga e mette in discussione. Autore di oltre cento mostre, premiato nel 2008 alla 53ª edizione del Premio Termoli, ha portato il suo linguaggio visivo oltre i confini regionali, esponendo anche a Parigi e Montréal.
Ma accanto all’attività artistica, non ha mai smesso di prendere posizione: dal “no” al nucleare negli anni Settanta fino alla difesa della sede universitaria Unimol a Termoli durante la pandemia, il suo impegno è sempre stato coerente e appassionato. Oggi, pur non ricoprendo più incarichi scolastici, Nino Barone continua a essere un punto di riferimento culturale e morale per una comunità che ha imparato a leggere nei suoi segni astratti le urgenze del presente.
Michele Trombetta


