TERMOLI. Polemica politica su Stellantis, dopo che l’Azienda ha annunciato un’importante espansione del suo impianto di produzione a Kenitra, in Marocco, confermando l’intenzione di investire 1,2 miliardi di euro entro il 2030 per raddoppiare la capacità produttiva.
Il piano, diffuso dall’agenzia egiziana MAP e ripreso da Bloomberg, si inserisce nella strategia “Dare Forward 2030” del gruppo, che mira a rafforzare il proprio posizionamento nella regione del Medio Oriente e dell’Africa. Con questo investimento, lo stabilimento marocchino raggiungerà una produzione annua di 400.000 veicoli, concentrandosi su modelli elettrici e motori mini-ibridi, come la Citroën Ami e la Opel Rocks-e.
L’iniziativa prevede inoltre la creazione di 2.000 nuovi posti di lavoro e l’attivazione di programmi formativi locali, contribuendo al rafforzamento dell’ecosistema industriale marocchino e al raggiungimento dell’obiettivo di un’integrazione locale superiore al 70%. Il sito di Kenitra, già considerato tra i più efficienti del gruppo in termini di sostenibilità e utilizzo di energie rinnovabili, rappresenta un tassello fondamentale per consolidare il ruolo del Marocco come hub industriale competitivo e carbon free, in linea con la visione del Re Mohammed VI.
Stellantis conferma così il proprio impegno nell’area magrebina verso una mobilità più verde e una produzione responsabile, tracciando nuove traiettorie per l’industria automobilistica nell’area africana, ma questa scelta scatena la reazione della Lega: «Prima licenzia in Italia, poi assume in Africa. Vergogna. Siamo sconcertati dalla scelta assurda di Stellantis di investire miliardi in Nord Africa e assumere lavoratori in Marocco, quando per decenni l’azienda ha volentieri goduto di denaro elargito dalle casse pubbliche italiane. Quando hanno iniziato a chiudere gli stabilimenti sono arrivate le procedure di licenziamento collettivo che hanno colpito centinaia di lavoratori italiani, rimasti a casa senza lavoro. Che vergogna».
Così in una nota il dipartimento Economia della Lega.