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martedì 26 Agosto 2025
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Termoli-Lesina: un ponte verso il futuro della mobilità adriatica

TERMOLI. Tra le colline che separano il Molise dalla Puglia, prende forma una delle opere infrastrutturali più ambiziose del Sud Italia: il Viadotto Ripalta. Non è solo un ponte, ma un simbolo del rinnovamento ferroviario lungo la dorsale adriatica, destinato a raddoppiare la linea tra Termoli e Lesina e a rivoluzionare il collegamento tra Nord e Sud.
Il progetto, curato da Italferr per Rete Ferroviaria Italiana, si inserisce nel quadro della Legge Obiettivo, che punta a potenziare le grandi direttrici di trasporto del Paese. Il viadotto, lungo diversi chilometri, poggia su 46 pile in calcestruzzo armato, alte fino a 7 metri, pensate per sostenere il passaggio di convogli ad alta velocità. Ogni pila è un concentrato di ingegneria e precisione, capace di reggere carichi enormi e resistere alle forze della natura.
Dietro la costruzione si cela un lavoro minuzioso di calcolo e simulazione. Le pile, come la P37 presa a riferimento nella relazione tecnica, sono progettate per affrontare le sollecitazioni più estreme: dal peso dei treni ai venti della costa, fino agli eventi sismici. La zona tra Termoli e Lesina, infatti, presenta un sottosuolo complesso e vulnerabile, classificato come tipo D. Per questo, ogni elemento strutturale è stato sottoposto a verifiche tridimensionali, con modelli che simulano vibrazioni e movimenti tellurici.
Ma non è solo questione di resistenza. Il viadotto è pensato per durare decenni, garantendo sicurezza e affidabilità. Le fondazioni affondano fino a 42 metri nel terreno, attraversando strati di sabbia, ghiaia e argilla, alla ricerca della stabilità necessaria. Le armature in acciaio, le staffe antisismiche, i cuscinetti in neoprene e i ritegni in calcestruzzo sono tutti elementi che contribuiscono a rendere l’opera solida e flessibile allo stesso tempo.
Il risultato è una struttura che, pur restando invisibile agli occhi dei passeggeri, svolge un ruolo cruciale. Ogni treno che attraverserà il viadotto Ripalta lo farà in sicurezza, grazie a un lavoro che ha unito normativa, tecnologia e visione. Non si tratta solo di accorciare i tempi di percorrenza tra Pescara e Bari, ma di aumentare la capacità della linea, ridurre i ritardi e offrire un servizio più efficiente.
In un’Italia che spesso fatica a realizzare grandi opere, il Viadotto Ripalta rappresenta una storia diversa: quella di un’infrastruttura pensata con rigore, costruita con competenza e destinata a migliorare la vita di migliaia di persone. È la dimostrazione che l’ingegneria civile, quando ben applicata, è molto più di calcoli e cemento: è un servizio alla collettività, un investimento nel futuro.
E mentre i lavori proseguono, il viadotto diventa già un punto di riferimento per chi studia e progetta il domani. Un’opera che unisce territori, accorcia distanze e racconta una nuova pagina di mobilità sostenibile lungo la costa adriatica.