COLLETORTO-CARLANTINO. Anche ospiti di Termoli e del basso Molise, in abiti tradizionali del primo Novecento viene accolto il libro “Pane d’acqua” nel borgo arroccato sul lago di Occhito. Una bella accoglienza per le vie del borgo ha accolto Pane d’acqua. Il libro di Luigi Pizzuto, a Carlantino, piccolo paese sui Monti Dauni. Nel vicolo degli artisti la voce della poesia si è fatta sentire per esaltare il silenzio della natura che ruota intorno al lago di Occhito. Dove l’invaso artificiale è mezzo vuoto e mezzo pieno. E proprio qui è pieno di verde. Carlantino nel suo giro di case lo domina su un ampio versante tra girasoli, macchia mediterranea e terreni olivetati.
Qui, dove il rumore dell’acqua è in piena quiete, si punta molto sulle risorse dell’ambiente. Contrassegnate da non pochi sentieri. Un’arzilla centenaria, zia Lipp’ (zia Filippa) con i suoi 103 ha fatto sentire la voce dei tempi di ieri nel corso del grazioso corteo in abiti tradizionali curato da Lola De Marco. Nel reportage vediamo in posa la bella nonnina di Carlantino assieme al gruppo che ha animato una scena simpaticissima di presentazione. Tra la bandiera della Palestina, le immagini della diga e il quadro della Madonna dell’acqua firmato dall’artista del Gargano Nicola Liberatore, tanti pensieri in volo. Il pubblico presente ha applaudito questa scena inattesa. Daniela Cafano, delegata alla Cultura dal Comune di Carlantino, dopo le considerazioni sull’importanza del testo, ha precisato come sia importante oggi parlare dei libri e di cultura per far crescere l’attenzione verso i paesi che soffrono. Perché spopolati e segnati dalla piaga della mancanza di lavoro.
La “restanza” è importante. La presenza di chi può sceglierli come luoghi di vita è necessaria per farli tornare a vivere intorno alle cose piu’ semplici. Antonio Mucciaccio, storico dei luoghi tra la Daunia e il Molise, sulle ali della memoria ha ricordato con racconti curiosi i tempi di ieri e la vita rurale della Difesa delle Valli oggi occupata dalle acque del lago. Ubaldo Spina, studioso di detti e parlate locali, ha sottolineato nei dettagli le varie parti in versi legate all’acqua. Una risorsa necessaria alla vita umana, fonte di nascita ma anche di catastrofe. Tanti gli elementi naturali sotto lo sguardo attento dell’autore che ai più sembrano secondari. Dalla flora locale, agli animali della pastorizia e della transumanza, fino ai tanti colori. Dall’alba al tramonto, che il tempo nel suo scorrere lento produce. Poi le nubi di fuoco come alba di un nuovo giorno. Un sentiero di sensi. Un dolore profondo quando i viaggi senza ritorno si trasformano in tragedie umane. L’acqua, in questo caso del Mediterraneo, bacia tanti corpi morti tra le sue braccia.
L’acqua è come il pane. Serve per andare avanti. In sede di presentazione Franca Sciarretta e Annamaria Graziani del Gruppo L’Altro Teatro di Ugo Ciarfeo hanno letto non poche poesie ispirate all’acqua. Nella sua vita l’acqua cambia forma e si trasforma. E tiene in piedi, tra non poche difficoltà, il mondo che ci circonda.









