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giovedì 25 Settembre 2025
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Tremiti, il Comune pronto a uscire dal Parco del Gargano: “Vogliamo la gestione dell’Area marina protetta”

ISOLE TREMITI. Il Comune delle Isole Tremiti alza la voce e chiede di avviare l’iter per la gestione dell’AMP Isole Tremiti. La frattura tra l’Amministrazione comunale e l’Ente Parco dura da oltre trent’anni, sin dalla creazione dell’area marina protetta nel 1989. È lo stesso vicesindaco Gabriele Fentini a ribadire quanto già espresso da diversi Sindaci della provincia di Foggia: “il Parco è ostaggio di una governance monocratica che estromette i veri rappresentanti del territorio e ne penalizza fortemente lo sviluppo”. Sono diversi gli organi che già in passato avevano riconosciuto l’unicità del “caso Tremiti”, sottolineando la “forte diversità” tra il territorio montuoso del Gargano e l’arcipelago, nonché le criticità gestionali dovute alla distanza geografica.

La gestione unitaria da parte dell’Ente Parco viene ritenuta inefficace anche dal punto di vista finanziario. Negli ultimi anni, infatti, l’AMP Isole Tremiti non si classifica tra i primi posti della graduatoria SODECRI – il sistema ministeriale che valuta le performance di gestione delle aree marine protette e assegna fondi e risorse. Per il Comune, questo è un segnale lampante del fallimento del modello gestionale attuale e della necessità di creare un direttivo più vicino al territorio. La miccia: i nuovi campi boe. Ad accendere definitivamente la protesta è stata la recente installazione dei nuovi campi boe, un intervento promosso dall’Ente Parco e osteggiato da gran parte della popolazione, nonché dall’attuale Amministrazione. Residenti e operatori turistici denunciano costi elevati per l’ormeggio, restrizioni alla navigazione, alla balneazione e alle pratiche di piccola pesca costiera, patrimonio identitario delle isole. Una pianificazione calata dall’alto che impatta su oltre 110’000 metri quadrati di mare.

L’ennesima opera dell’Ente Parco che risponde esclusivamente alle logiche del proprio interesse economico e che non apporta alcun beneficio al territorio e non ha un alcun coinvolgimento della comunità locale. Pianosa, l’isola fantasma. Un’altra ferita aperta è rappresentata dall’isola di Pianosa, interdetta alla fruizione da oltre trent’anni. “Per noi non è solo un patrimonio ambientale – spiega Fentini– ma un pezzo di identità e una risorsa economica che non possiamo utilizzare. Le promesse di piani di gestione condivisi sono state disattese”. Le continue restrizioni imposte dall’Ente Parco su pesca, edilizia e fruizione delle coste, hanno ormai costretto molti a rinunciare a pratiche tradizionali con un conseguente e definitivo allontanamento dal territorio.

A tutto questo si aggiunge -incalza il vicesindaco- il “totale disinteresse della Regione Puglia”, assente e poco incline a farsi carico delle istanze dell’arcipelago. La sfida: una gestione tremitese. Non si esclude una convocazione straordinaria e monotematica del Consiglio comunale in cui si discuterà la mozione per l’uscita dal Parco del Gargano e l’avvio di un percorso politico-istituzionale per la gestione dell’AMP delle Isole Tremiti, sul modello di altre esperienze di gestione comunale come le AMP delle Egadi e delle Pelagie. “Vogliamo un Parco che ci rappresenti davvero, che nasca dalle esigenze dei tremitesi e che sappia conciliare tutela ambientale e sviluppo economico – conclude il vicesindaco –, Non possiamo e non vogliamo continuare a essere un’appendice distante del Gargano. È tempo che le Tremiti abbiano il loro futuro, e che questo futuro si decida qui”.