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mercoledì 1 Ottobre 2025
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Duplice omicidio ad Apricena: arrestati due autori del commando armato

APRICENA, La Polizia di Stato (Sisco di Bari e Squadra Mobile di Foggia, coordinati dal Servizio Centrale Operativo) ha eseguito un’ordinanza di custodia cautelare in carcere, emessa dal Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di Bari, su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia, nei confronti di due soggetti, ritenuti responsabili, a vario titolo, dei reati di duplice omicidio volontario e detenzione e porto in luogo pubblico di armi da guerra e armi comuni da sparo, con il riconoscimento dell’aggravante mafiosa nella duplice declinazione del metodo e dell’agevolazione, perpetrati ai danni di Ferrelli Nicola e Petrella Antonio, commesso in Apricena (Fg) nel tardo pomeriggio del 20 giugno 2017.

Dal complesso delle investigazioni, è emerso che il delitto era stato commesso al fine di agevolare la consorteria mafiosa all’epoca nota come Clan Lombardi/La Torre/Ricucci (nato dalla rimodulazione del clan Romito) e quella denominata “Società Foggiana”, con particolare riferimento alla batteria Moretti/Pellegrino.

L’efferato crimine era maturato nell’ambito della violenta guerra di mafia intercorsa con la fazione contrapposta facente capo al gruppo Di Summa/Ferrelli, mirante ad acquisire il controllo egemonico del territorio di Apricena e dell’area limitrofa di San Marco in Lamis, per l’assunzione del monopolio, nella stessa area, della gestione e del commercio degli stupefacenti e delle altre attività illecite.

Il G.I.P., accogliendo l’impianto accusatorio formulato dai magistrati della D.D.A. di Bari, ha emesso un provvedimento cautelare in carcere nei riguardi di due esponenti di spicco del gruppo Lombardi/La Torre/Ricucci, entrambi attualmente detenuti a seguito delle operazioni antimafia condotte sul territorio garganico, per le quali uno dei due si trova sottoposto al regime previsto dall’art. 41 bis c.d. del carcere duro.

Le indagini, delegate congiuntamente alla Sezione Investigativa di Bari del Servizio Centrale Operativo e alla Sezione Criminalità Organizzata della Squadra Mobile della Questura di Foggia, sono state avviate a seguito delle propalazioni di collaboratori di giustizia dell’area garganica, che hanno fornito un patrimonio informativo di notevole caratura. I dati raccolti hanno permesso di presentare una solida piattaforma probatoria nei confronti degli esecutori materiali del grave episodio criminoso, posto in essere con modalità di tipo mafioso, avvalendosi della forza intimidatrice e della condizione di assoggettamento e omertà derivanti dal vincolo associativo.

L’azione omicidiaria si è caratterizzata per modalità esecutive plateali, con un protratto inseguimento in pieno giorno e l’esplosione, sulla pubblica via, di numerosi colpi di armi da fuoco dal notevole potenziale offensivo, inflitti sui corpi delle vittime mentre transitavano altri veicoli condotti da ignari cittadini. L’azione è stata eseguita da un commando armato, con compiti specifici per ciascun membro.

L’azione di fuoco è stata immortalata da telecamere di sorveglianza, che hanno ripreso l’intera condotta omicidiaria, evidenziando la sua efferatezza e crudeltà, con il classico colpo al capo rivolto alle vittime.

Le riprese hanno consentito, successivamente, di effettuare rilievi tecnico-scientifici complessi, compiuti dal personale specializzato del Servizio di Polizia Scientifica di Roma. Grazie a una consulenza antropometrica, è stata rilevata la misurazione dei parametri fisionomici dei soggetti ripresi, permettendo di valutare la compatibilità tra le altezze dei killer e quelle degli odierni indagati.

La piattaforma indiziaria è stata ulteriormente corroborata dalle dichiarazioni dei collaboratori di giustizia: Raduano Marco, Della Malva Danilo Pietro, Quitadamo Antonio, Quitadamo Andrea, Troiano Gianluigi, Verderosa Carlo e Pettinicchio Matteo. Le loro propalazioni, riscontrate dagli investigatori della Polizia di Stato, hanno confermato la credibilità, attendibilità e riscontrabilità oggettiva dei dati, rafforzando il quadro probatorio coordinato dalla Procura Distrettuale Antimafia.

È importante sottolineare che il procedimento si trova ancora nella fase delle indagini preliminari e che, all’esecuzione delle misure cautelari odierne, seguiranno interrogatori di garanzia e il confronto con la difesa degli indagati, la cui eventuale colpevolezza dovrà essere accertata in sede dibattimentale nel rispetto del contraddittorio.